ARCHIVIO STORICO
ANNO 2012
“Contribution of Wildlife to National Economies” di Vernon R. Booth e
“Wildlife Law in the Southern African Development Community” di Elisa Morgera
Questi due importanti volumi, editi dal CIC unitamente alla FAO, che fanno parte della fortunata serie CIC Technical Series Publication, n. 8 e n. 9, sono stati consegnati ai partecipanti della 59a Assemblea Generale del CIC 2012 a Cape Town, in Sud Africa, su due temi molto importanti e d’attualità che sono stati in più occasioni trattati nelle lunghe sedute di questa importante assise internazionale. Il primo volume attiene, in generale, al contributo che la caccia, se ben gestita e correttamente praticata, può apportare all’economia in generale e il secondo attiene ai riferimenti delle leggi operanti nei vari Paesi africani. In buona sostanza, la conservazione della natura, strictu sensu, è necessaria ma assolutamente da sola non può offrire tutti quei vantaggi che possono derivare all’economia (e non solamente in Africa) dalla corretta gestione e applicazione della caccia. Su questo tema hanno disquisito pure i dirigenti di grandi Associazioni ambientaliste che nulla hanno contro il prelievo venatorio, preoccupati solo della buona gestione della fauna che non può essere lasciata a se stessa. Per saperne di più: CIC International – P.O. Box 82 – H–2092 Budakeszi – Tel. +36 23 453 830 – Fax +36 23 453 832 – e-mail: office@cic-wildlife.org – web: www.cic-wildlife.org – FAO Headquarters – Viale delle Terme di Caracolla – 00153 Roma – tel. +39/06/57051 – fax +39/0657053152 – web: www.fao.org.
Simpatico incontro del nostro volume “Caccia in Cucina”, edito in occasione del X anniversario (2012) della manifestazione, nel noto ristorante “Sapori in movimento” a Savigliano, in provincia di Cuneo. Il volume è stato messo agli onori nella bacheca di questo ristorante, dove, in un tipico menu ottobrino, ad un ragù di anatre può seguire un’oca ripiena di giovane maialino ricoperto di tartufi e accompagnato da un Barbera d’Alba o da un Nebbiolo locale che completano egregiamente il pasto, in cui caccia e amore per la ruralità si mescolano con la cucina tradizionale delle Langhe. Il particolare nome del locale, dall’ambiente piacevole e caratteristico con volte a botte, muri a vista e arredi in legno, rispecchia perfettamente la filosofia dei proprietari, Fabio e Giuseppe, le cui ricette esaltano i sapori essenziali in un sapiente connubio di estro e semplicità e le tradizioni vengono presentate dando spazio anche a garbate innovazioni culinarie. Per chi volesse assaggiare un’ottima cucina: Ristorante Sapori in Movimento, Via Digrasso n. 2 – 12038 Savigliano (CN) – tel. e fax 0172/21002.
Il Presidente Onorario del CIC, l’austriaco Dieter Schramm, si è dimesso dalla carica di Presidente del Comitato Esecutivo del CIC. Il suo grande lavoro, svolto mai per se stesso ma sempre in favore della caccia e della stessa organizzazione, è stato apprezzato sia a livello europeo sia a livello internazionale per aver sostenuto l’ideale di una caccia sostenibile, così come sottolineato in una lettera inviatagli dal Capo Delegazione del CIC Italia, avv. Giovanni Bana. Le sue dimissioni sono derivate dal fatto che da oltre undici anni era ai vertici dell’Associazione e, dopo aver preparato il suo programma per gli anni futuri, approvato nell’ultima riunione di Budapest (18/09/2012), ha ritenuto di lasciare ai giovani l’ulteriore lavoro della grande organizzazione internazionale, come è sempre stato nel suo spirito operativo.
Il CIC, durante il Congresso mondiale dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), svoltosi a Jeju (Repubblica di Corea) nella sessione dal 6 al 15 settembre 2012, nell’ottica della necessità di sviluppare un’azione unitaria a sostegno della gestione della fauna selvatica nell’ambito della Convenzione sulla Biodiversità (CBD) secondo i principi e le direttive di Addis Abeba, dopo aver preso nota della manifestazione d’interesse del Segretariato Esecutivo della CBD in questo specifico settore, il più delle volte privo di adeguati mezzi economici e con interventi isolati senza un adeguato coordinamento, ha presentato una puntuale Dichiarazione per la ricerca di un partenariato di collaborazione sulla fauna selvatica. Un documento di grande valore perché, finalmente, si possano utilizzare le risorse in modo integrato per la ricerca di soluzioni ai problemi attuali direttamente connessi alla tutela della fauna selvatica. Le adesioni ricevute dimostrano quanto non sia più rinviabile la riunione delle forze perché – come da sempre siamo soliti dire – nell’ambiente ci siamo tutti, nessuno escluso! Se ciò vale a livello mondiale, ancor di più deve essere fatto a livello nazionale e, meglio ancora, a livello locale italiano, dove il principio del primo della classe continua a regnare con grave pregiudizio dell’ambiente e delle finalità che tutti noi stiamo perseguendo a tutela e conservazione della fauna e dei suoi ecosistemi.
“La letteratura venatoria fa parte del Patrimonio Culturale”. Il Presidente internazionale del CIC, Bernard Lozé, ha annunciato i vincitori dei Premi Letterari il 21 maggio 2012, che l’UNESCO ha proclamato Giornata Mondiale per la Diversità Culturale. Quattro diversi libri sulla caccia sono stati scelti durante la recente Assemblea Generale del CIC a Cape Town. “La caccia non solo è antica quanto il genere umano”, ha affermato Lozé, “ma è un patrimonio culturale e la letteratura rispecchia la diversità delle tradizioni venatorie presenti in ogni parte del mondo”. Il Presidente si è congratulato con i vincitori. Il Premio Tecnico è andato al doppio volume sulla gestione degli ungulati, i cui autori sono esperti riconosciuti a livello mondiale: Reidar Andersen (Norvegia), Marco Apollonio (Italia) e Rory Putman (GB). Il primo volume si intitola “Gli ungulati europei e la loro gestione nel XXI secolo”, mentre il secondo “La gestione degli ungulati in Europa”. Peter Flack (Sud Africa) ha ricevuto il Premio Ambiente con il suo libro e filmato “La storia del successo della conservazione in Sud Africa”. Il Premio Artistico è andato a Markus Zeiler (Austria), per il suo libro fotografico sui cani da caccia “Ferm (Ferma)” e il Premio Letterario è stato consegnato a Leo Tuor (Svizzera) per il suo racconto “Settembrini”. Per ulteriori dettagli è possibile visitare i siti degli autori:
Marco Apollonio, Reidar Andersen, Rory Putman (2010) “European Ungulates and their management in the 21st Century”, “Ungulate Management in Europe”. Cambridge University Press:
www.cambridge.org/gb/knowledge/isbn/item5708541/ ISBN 9780521760617
www.cambridge.org/gb/knowledge/isbn/item5979339/ ISBN 9780521760591
Peter Flack (2011) “The South African Conservation Success Story”. Peter Flack Productions: www.rowlandward.com/content/default.aspx ISBN 978-0-9814424-3-
Markus Zeiler (2009) “Ferm – Mit Hunden auf der Jagd. Österreichischer Jagd und Fischereiverlag: http://ssl25.inode.at/jagd.at/?seite=leseproben&Produktld=259 ISBN 3852080770
Leo Tuor (2011) “Settembrini – Leben und Meinungen. Limmat Verlag Zürich: www.limmatverlag.ch/Default.htm ISBN 978-3-85791-624-3
Nei giorni del 26, 27 e 28 aprile si è svolto a Padenghe sul Garda (Bs) il terzo Corso per la Valutazione dei trofei secondo le normative del CIC/Consiglio Internazionale della Caccia e della Salvaguardia della Fauna. Il corso è stato organizzato dal CIC Italia, Commissione Grand Gibier-Esposizioni & Trofei, con la collaborazione attiva della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’ Università di Udine. Il Presidente della Commissione, Bruno Lauro Vigna, ha aperto il lavori salutando gli allievi e presentando i docenti. Ha poi ricordato i due corsi precedenti di Brno e Bologna. Il Vice Presidente, prof. Giovanni Persona, ha poi preso la parola ricordando il compito del CIC come promotore di un sistema di misurazione con regole e vincoli comuni ai Paesi membri, rendendo la trofeistica una vera e propria disciplina che produce risultati comparabili e, quindi, idonei a studi statistici scientifici delle diverse popolazioni animali, in particolar modo degli ungulati. L’incremento e l’espansione degli areali degli ungulati in Italia negli ultimi decenni e il conseguente aumento di prelievo venatorio hanno determinato una maggior richiesta di rilevamenti biometrici dei trofei codificati secondo precise regole. Da qui la necessità della formazione di nuovi misuratori secondo il metodo CIC, che dovranno mettersi a disposizione delle Istituzioni, degli Istituti pubblici e privati a garanzia dei dati raccolti per la creazione di una banca dati nazionale che possa confrontarsi con quella di altri Paesi europei, permettendo una valutazione dello stato delle popolazioni oggetto degli studi. L’intervento è quindi terminato con la presentazione del programma del corso. Il corso è iniziato con la presentazione di un’interessante ricerca realizzata dalla Facoltà di Veterinaria dell’Università di Udine sul fenomeno della ricrescita dei palchi nei cervidi, prendendone in esame la fisiologia e gli aspetti endocrinologici legati, in particolare, al fotoperiodo e le conseguenti relazioni biologiche. Ricerca alla quale ha partecipato la prof.ssa Monica Colett, Docente presso L’Università stessa, e tenuta dal laureando Luca Montagner, anch’egli partecipante al corso. È toccato poi ad Adriano Fornesi, che ha relazionato sull’evoluzione della trofeistica, e a Franco Galazzini, che ha introdotto i principi di preparazione e accettazione dei trofei da sottoporre a valutazione. Giuseppe Bernasconi ed Enzo Berzieri hanno illustrato gli strumenti di misurazione mettendone in evidenzia alcuni debitamente modificati e autoprodotti, che, senza ombra di dubbio, semplificano il lavoro del valutatore. L’ultimo intervento della prima giornata di Adriano Fornesi ha illustrato la tecnica di misurazione dei crani. Durante la seconda giornata gli allievi, suddivisi in piccoli gruppi, hanno frequentato uno specifico laboratorio per ogni specie animale oggetto del corso nel quale i docenti hanno illustrato i metodi e gli strumenti specifici per le rilevazioni. Ogni laboratorio si è concluso con un test pratico svolto in coppia dagli aspiranti valutatori. Un ringraziamento particolare va agli Esperti CIC nel ruolo di istruttori: Rino Masera, Ezio Albertini, Enzo Berzieri, Adriano Fornesi, Gian Franco Malisan e Franco Galazzini i quali, oltre ad essere stati esaurienti durante le loro esposizioni, hanno voluto condividere una parte della loro grande esperienza creando un magnifico rapporto e un clima sereno tra maestri ed allievi, che si è ulteriormente rafforzato nelle pause dei lavori durante le quali ognuno ha portato le proprie esperienze personali contribuendo ad un sincero confronto. Tra gli aspiranti valutatori, vi è stata la presenza di alcuni studenti della Facoltà di Veterinaria dell’Università di Udine, oltre a Presidenti di Comprensori Alpini e di distretti, nonché tecnici faunistici, a conferma della valenza scientifica della valutazione secondo i criteri CIC. Durante l’ultima giornata si è tenuta una tavola rotonda dove ognuno dei partecipanti ha potuto chiarire le proprie perplessità. Interessante la riflessione sulla recente decisione di non utilizzare più la tradizionale assegnazione delle medaglie, onde evitare speculazioni sul valore intrinseco dei trofei, e come si sia preferito passare all’assegnazione dei meriti in quanto si ritiene che la trofeistica sia un momento fondamentale, gestionale e scientifico, per la conservazione della biodiversità faunistica, elemento indispensabile per la qualità della vita. Impeccabile l’organizzazione curata nei minimi particolari per la Commissione CIC G.G. – E.&T. dallo stesso Vice Presidente, prof. Giovanni Persona. L’ultimo atto del corso è stato la consegna dei diplomi ai partecipanti, avvenuto alla presenza del Capo Delegazione CIC Italia, avv. Giovanni Bana. Un augurio di buon lavoro a tutti i colleghi neo valutatori. (Luigi Colli)Marco Apollonio, Reidar Andersen, Rory Putman (2010) “European Ungulates and their management in the 21st Century”, “Ungulate Management in Europe”. Cambridge University Press:
www.cambridge.org/gb/knowledge/isbn/item5708541/ ISBN 9780521760617
www.cambridge.org/gb/knowledge/isbn/item5979339/ ISBN 9780521760591
Peter Flack (2011) “The South African Conservation Success Story”. Peter Flack Productions: www.rowlandward.com/content/default.aspx ISBN 978-0-9814424-3-
Markus Zeiler (2009) “Ferm – Mit Hunden auf der Jagd. Österreichischer Jagd und Fischereiverlag: http://ssl25.inode.at/jagd.at/?seite=leseproben&Produktld=259 ISBN 3852080770
Leo Tuor (2011) “Settembrini – Leben und Meinungen. Limmat Verlag Zürich: www.limmatverlag.ch/Default.htm ISBN 978-3-85791-624-3
All’insegna del titolo “Economia della conservazione della fauna selvatica” si è tenuta dall’8 all’11 maggio a Cape Town, una delle principali città sudafricane, la 59a Assemblea generale del CIC o Forum mondiale per l’Utilizzo sostenibile. Obiettivo ambizioso, cui peraltro l’organizzazione mondiale dei cacciatori lavora da tempo, è quello di rendere universale e condiviso il riconoscimento dell’attività venatoria – naturalmente ove condotta in maniera sostenibile e razionale – tra i principali e più efficaci strumenti gestionali per una perpetuazione delle popolazioni di animali selvatici nonché dei loro habitat. Ideale in questo senso la scelta del Sud Africa per lanciare questo genere di messaggio, Paese nel quale il preesistente paradiso faunistico era stato in larga misura sperperato da Inglesi e Boeri già ai primi del ‘900 e che oggi, invece, vanta popolazioni animali di eccezionale valore, nonché di notevolissima rilevanza numerica e distributiva grazie proprio all’impegno dei privati nell’allevamento estensivo (ogni azienda o farm misura comunemente decine di migliaia di ettari di superficie) degli erbivori, a seguito dei quali sono tornati anche i predatori. Si è così ricostituita una piramide ecologica naturale e tutto questo è stato compiuto con il fine principale della caccia, accompagnata, com’è ovvio, anche da altri scopi, come il commercio delle carni e dei prodotti derivati da antilopi, gazzelle, bufali e zebre. Stridente, ad esempio, l’accostamento con il Kenya, ove la caccia è totalmente vietata dal 1977 e che ha, tuttavia, perso, da allora, circa l’80% del proprio patrimonio di grandi animali a causa del bracconaggio e della distruzione degli habitat naturali. La posizione che oggi il CIC ha acquisito tra le altre grandi organizzazioni mondali per la conservazione e l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali, è stata dimostrata alla cerimonia inaugurale – condotta dal Presidente Bernard Lozé insieme al Direttore generale Tamás Marghescu, con gli onori di casa fatti da Eduard Katzke, Capo Delegazione CIC sudafricano – dagli interventi di Achim Steiner, Direttore esecutivo del Programma per l’Ambiente dell’ONU (UNEP), di Braulio Ferreira de Sousa Diaz, Segretario esecutivo della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD), di Eduardo Mansur, Direttore del Dipartimento per la Foreste dell’Organizzazione ONU per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), di Angus Middleton, CEO FACE, di Kule Chitepo, Presidente del Gruppo di specialisti sull’utilizzo sostenibile dell’Africa meridionale per l’IUCN; di Keshav Varma, animatore dell’Iniziativa Globale per la Tigre (GTI), finanziata dalla Banca Mondiale di cui è Direttore. Una partecipazione di fondamentale importanza, accresciuta quest’anno dal fatto che tali esperti, insieme ad altri aggiuntisi nel corso dei lavori, sono andati ben oltre la loro già significativa presenza alla cerimonia e assemblea inaugurali, contribuendo attivamente alle discussioni tecniche e giuridiche avvenute nelle sessioni delle tre Divisioni in cui il CIC operativamente si articola: Politica e Diritto (Presidente Jan Heino), Scienze Applicate (Presidente Gerhard Damm) e Cultura (Presidente Alexandre Pognatowski). A tale proposito, particolarmente rilevante uno dei numerosi messaggi scaturiti dalla discussione e rivolto alla politica, tale per cui deve essere essa, tassativamente, a uniformarsi al dettato della scienza e mai il contrario. Ricchi di spunti e indicazioni di lavoro i tanti temi dibattuti, tutti connessi a esperienze pratiche, tra cui citiamo i seguenti esempi: gli aspetti economici della conservazione della fauna selvatica; le zoonosi trasmesse dalla fauna selvatica; l’allevamento della fauna selvatica a sostegno della conservazione; la costruzione di accordi ambientali multilaterali tra il CIC e altri soggetti; le basi di dati sulle differenti legislazioni venatorie collegate alle migliori pratiche gestionali faunistiche; la costruzione di un partenariato di collaborazione per la conservazione della fauna selvatica tra CIC, IUCN, FAO, CDB e OIE; la selezione antropica degli animali a fini trofeistici e la messa a repentaglio della diversità genetica. Di grande spessore anche la tavola rotonda intitolata “Conservazione, Utilizzo durevole ed Economia”, moderata da Ali Kaka. I circa 250 soci CIC che hanno affrontato il lungo viaggio di trasferimento per questo straordinario Paese africano, sono perciò stati senza dubbio ripagati dall’elevata qualità dei lavori, oltre che dall’amichevole ed efficace accoglienza loro riservata dall’organizzazione locale. Per la Delegazione italiana, oltre al Capo Delegazione, Avv. Giovanni Bana, e al Segretario generale, Dr. Massimo Marracci (che è anche Vice Presidente internazionale per il Mediterraneo), hanno partecipato il già Vice Presidente internazionale, Prof. Carlo Alberto Perone, con il figlio Dr. Giovanni Pejrone, che è Commissario revisore dei conti, il Dr. Marco Castellani, Presidente dell’ANUUMigratoristi, l’Avv. Enrico Scoccini, il prof. Luigi Checchi, e il neo-socio Roberto Regnoli, tutti a titolo individuale. Durante l’Assemblea è stata ratificata la nomina di un altro nuovo socio della Delegazione italiana, Carlo Barberi. La 60a Assemblea generale, fissata nelle giornate dal 25 al 30 aprile 2013, per la prima volta nella lunga storia del CIC si terrà contemporaneamente in tre Paesi, ovvero Cechia, Slovacchia e Ungheria (Stato, quest’ultimo, che ormai da diversi anni ospita la sede operativa del CIC nei pressi di Budapest, precisamente a Budakeszi). Un’esperienza, quindi, di elevato interesse e di feconde e possibile ricadute concrete anche in Italia, solo che si voglia fare tesoro delle strategie che scaturiscono da queste importanti occasioni d’incontro con i nostri colleghi di tutto il mondo.
In Svizzera, una delle poche democrazie dirette al mondo, gli elettori hanno ripetutamente mostrato approvazione per la caccia, con la maggioranza di 2/3 alle elezioni. Recentemente un referendum contro la caccia nel Cantone di Aargau è stato bocciato con 103.000 voti contro i 50.000 favorevoli. George P. Aman, Presidente della Delegazione svizzera del CIC, è fiero dell’atteggiamento positivo dei suoi concittadini verso la caccia. “Questi risultati dimostrano che la caccia gode di un forte sostegno tra la popolazione svizzera. Circa i due terzi degli svizzeri accettano la caccia con una benevola indifferenza. Essi confidano nelle leggi governative sebbene i circa 30.000 cacciatori in Svizzera rappresentino una piccola minoranza trascurabile. La percentuale dei contrari è rappresentata da circa il 10-15% dell’intera popolazione.” Per maggiori informazioni: www.cic-wildlife.org/index.php?id=849, oppure contattare gli uffici del CIC (CIC International – P.O. Box 82 – H–2092 Budakeszi – Tel. +36 23 453 830 – Fax +36 23 453 832 – e-mail: office@cic-wildlife.org – web:www.cic-wildlife.org).
In Svizzera, una delle poche democrazie dirette al mondo, gli elettori hanno ripetutamente mostrato approvazione per la caccia, con la maggioranza di 2/3 alle elezioni. Recentemente un referendum contro la caccia nel Cantone di Aargau è stato bocciato con 103.000 voti contro i 50.000 favorevoli. George P. Aman, Presidente della Delegazione svizzera del CIC, è fiero dell’atteggiamento positivo dei suoi concittadini verso la caccia. “Questi risultati dimostrano che la caccia gode di un forte sostegno tra la popolazione svizzera. Circa i due terzi degli svizzeri accettano la caccia con una benevola indifferenza. Essi confidano nelle leggi governative sebbene i circa 30.000 cacciatori in Svizzera rappresentino una piccola minoranza trascurabile. La percentuale dei contrari è rappresentata da circa il 10-15% dell’intera popolazione.” Per maggiori informazioni: www.cic-wildlife.org/index.php?id=849, oppure contattare gli uffici del CIC (CIC International – P.O. Box 82 – H–2092 Budakeszi – Tel. +36 23 453 830 – Fax +36 23 453 832 – e-mail: office@cic-wildlife.org – web:www.cic-wildlife.org).
I cacciatori non sono solo i fruitori ma anche degli attivi conservatori delle zone umide. Dai programmi di ripristino, tramite il controllo dei predatori, alla raccolta di fondi, il ruolo dei cacciatori è cruciale per la conservazione di questo tipo di territori. Ogni anno il 2 febbraio ricorre la Giornata Mondiale delle Zone Umide/World Wetland Day, per la protezione delle aree umide, come stabilito nella Convenzione per le Zone Umide di Rilevanza Internazionale di Ramsar. Obiettivi della Convenzione sono la conservazione e il corretto utilizzo di tutte le zone umide attraverso azioni a livello locale e nazionale e con una collaborazione a livello mondiale. Per saggio e corretto utilizzo delle zone umide si intende “il mantenimento delle loro caratteristiche ecologiche, attraverso l’implementazione della gestione dell’ecosistema, nel contesto di uno sviluppo sostenibile”. Pertanto, un corretto utilizzo ha a cuore la conservazione e l’utilizzo sostenibile delle zone umide e delle sue risorse, a beneficio dell’uomo – principio per cui i cacciatori lottano ogni giorno. Le zone umide sono gli ecosistemi maggiormente in pericolo nel mondo, nonostante abbiano un ruolo chiave per preservare la biodiversità e offrire servizi ecologici unici al benessere dell’uomo, quali il turismo. Infatti i turisti non solo contribuiscono in favore di una specifica area umida a livello economico, ma anche con le loro attività di birdwatching o di caccia. Gli habitat salubri e protetti sono il segreto per la riproduzione delle popolazioni dei uccelli acquatici, che sono alla base di ogni attività ricreativa nelle zone umide. La gente vuole vedere gli uccelli, non vuote paludi. I cacciatori prendono parte attivamente al mantenimento delle aree di riproduzione degli uccelli acquatici. Ad esempio negli ultimi decenni nei Paesi del nord, non per nulla definiti “la fabbrica di anatre dell’Europa Occidentale”, migliaia di zone umide sono state risistemate o ripristinate con la collaborazione dei cacciatori. Il più recente progresso in Finlandia è un progetto LIFE+ chiamato “Il Ritorno delle Zone Umide Rurali”, che sta promuovendo tra i proprietari dei terreni e i cacciatori la conservazione e il ripristino di queste zone, nelle aree agricole e forestali, con l’obiettivo di ricreare 36 importanti aree umide in tutto il Paese. In Europa i piccoli predatori, soprattutto le specie alloctone invasive come procioni e visoni, rappresentano una minaccia per molte specie di uccelli nelle zone umide, poiché si nutrono delle loro uova, dei nidiacei e anche di esemplari adulti. È indispensabile, quindi, controllare queste specie per poter proteggere la riproduzione delle popolazioni native. I cacciatori, prelevando ogni anno un numero coordinato, programmato e controllato di piccoli predatori, contribuiscono realmente ad un concreto lavoro di conservazione. La gestione e la conservazione delle popolazioni di uccelli migratori richiedono precise e aggiornate informazioni sulle popolazioni e sulle loro direzioni lungo le rotte migratorie, a partire dal luogo di nascita. I cacciatori forniscono dei dati preziosi sulle migrazioni per le analisi a livello nazionale, contribuendo così a migliorare le conoscenze di base. Per ulteriori informazioni: www.ramsar.org – www.kostgikko.fi/en, oppure visitare la seguente pagina del sito del CIC: www.cicwildlife.org/index.php?id=844.
È partita alla grande la settimana lombarda della gastronomia venatoria Caccia in Cucina, X edizione 2012. Quasi 300 persone hanno partecipato alla cena inaugurale del 20 febbraio a Milano, presso la prestigiosa Società del Giardino, facendo grande onore al sontuoso menu aperto dal ricco buffet allestito da ERSAF, l’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste, forte di formaggi e salumi tipici delle varie province lombarde, accompagnati dai paté e marbré di selvaggina preparati dai capaci chef del Giardino. A seguire, un’offerta caratterizzata da germano reale e cinghiale, preparati in maniera gustosa e raffinata con risotto e polenta bergamasca. Il tutto è stato accompagnato con la massima efficacia di abbinamenti dai vini offerti dall’associazione nazionale Città del Vino (che tra l’altro festeggia quest’anno il venticinquennale dalla sua fondazione), tutti provenienti dalla terra d’Abruzzo: il Terre di Chieti igp, il Cerasuolo dop, il Terre di Chieti rosso igp e il Passito dell’azienda agricola Matteucci di Canosa Sannita (CH). Il crescente successo della rassegna è attestato pure quest’anno dal numero dei locali aderenti sul territorio regionale – ben 200 ristoranti, trattorie e agriturismi suddivisi tra le province di Milano, Bergamo, Como, Varese, Pavia, Monza Brianza e Brescia – sotto il patrocinio della Regione Lombardia – Agricoltura e di tutte le Province lombarde che vedono la presenza di locali aderenti sui rispettivi territori. Decisivo, ai fini dell’ampia partecipazione, il supporto logistico e organizzativo, attraverso la rete di contatti messa in campo sul territorio, da parte delle diverse ASCOM sempre molto attive per questa settimana della gastronomia venatoria. Un consenso diffuso che testimonia in maniera veramente significativa l’avanzata della riscoperta delle preparazioni culinarie a base di selvaggina presso un pubblico assai più vasto della platea dei cacciatori, i quali non hanno ovviamente mai perso memoria di tutto ciò, corrispondendo in tal modo alle attese dei promotori, maggiormente interessati al coinvolgimento di “profani della caccia” che non dei praticanti l’arte di Diana in senso stretto. Come hanno voluto sottolineare il Capo Delegazione e il Segretario generale del CIC Italia (Consiglio Internazionale della Caccia e della Salvaguardia della Fauna), rispettivamente Avv. Giovanni Bana e Dr. Massimo Marracci, tra i principali organizzatori della manifestazione, questo evidente interesse per la selvaggina – sano prodotto della terra come il vino e tutti i prodotti che caratterizzano le nostre tavole – è un segnale positivo per due motivi in particolare: la volontà di non abbandonare né dimenticare (come si rischia che accada nei grandi centri urbani) la tipicità dei sapori delle nostre origini contadine, ancor oggi dietro l’angolo in ogni famiglia italiana, nonché la consapevolezza dell’importanza della fauna selvatica come risorsa per le economie rurali, la cui buona e durevole gestione comporta, tra le conseguenze positive, anche una sorta di “rinascimento” culinario. Non a caso, il CIC Italia ha voluto celebrare il decennale della manifestazione – nata per l’appunto nel febbraio 2002 – pubblicando con Athesia di Bolzano un’elegante brochure in versione bilingue dal titolo “La Caccia in Cucina – The Hunt in the Kitchen”, la quale non soltanto illustra una serie di gustosissime ricette di fagiano, lepre, cervo, cinghiale, quaglie, anatre e d’altre specie ancora, ma soprattutto introduce il lettore al tema partendo dai fondamentali ovvero il corretto trattamento e conservazione delle carni. Versare nel calice, in religioso silenzio, un eccellente vino preparandosi a degustarlo, oppure disporre nel piatto uno stuzzicante tournedos di capriolo preparato a regola d’arte, significa aver prima compiuto un percorso ben codificato che non ammette errori e che, anzi, richiede perlomeno un briciolo di devozione, di rispetto e di passione. Una lezione che traspare con lineare chiarezza dal testo e dalle belle fotografie dell’opuscolo, realizzate da Enza Candela Bettelli, dai disegni di Lorenzo Bettelli e con il coordinamento editoriale di Alessandra Bana. Del resto, il connubio cacciagione-vino è presente da tempo immemorabile nella narrativa, non soltanto venatoria e in certi filoni di arti figurative (basti pensare alle nature morte di scuola fiamminga e spagnola del 1600) e l’ottimo partenariato con le Città del Vino non ha fatto altro che conferirgli nuovo impulso. Ammirazione, nelle sale antistanti il salone d’oro del Circolo, ha inoltre suscitato l’esposizione di armi di pregio, abbigliamento outdoor e accessori allestita dalla Beretta Gallery di Milano, circondata da notevoli trofei di cervo e camoscio messi a disposizione da Martino Bianchi e Antonio Bana, animatori del Circolo del Bramito. Tra gli ospiti, molte le personalità e le autorità: i Consoli a Milano di Ungheria, Francia, Croazia, Germania e Grecia; gli Assessori provinciali all’Agricoltura e Caccia di Milano e di Lodi, rispettivamente Luca Agnelli e Matteo Boneschi; i rappresentanti di Confcommercio/EPAM di Milano e provincia, Alfredo Zini e Renato Borghi; il Direttore Generale di CO.RE.PLA., Ing. Cesare Spreafico; il già Vice Presidente del CIC internazionale, Carlo Alberto Pejrone; i rappresentanti delle Città del Vino, Antonio Di Biase, Nicola Matteucci, Nicola Bomba, Antonio Montebello, Giacomo Cipollini, e poi i rappresentanti delle associazioni venatorie provinciali milanesi, della Coldiretti regionale lombarda, del Circolo della Caccia di Bergamo, nonché numerosi giornalisti di settore e non, tra cui Maurizio Donelli del Corriere della Sera, Massimo Vallini Direttore del periodico Armi e Tiro e Jacopo Foti del bimestrale Stagione Caccia. Ricordiamo ancora che la settimana della Caccia in Cucina 2012 si svolge tra lunedì 20 e domenica 26 febbraio, con sette giorni aggiuntivi nelle province di Bergamo e Como nonché, in quest’ultima e nella limitrofa provincia di Varese, con il diretto coinvolgimento dei ragazzi degli istituti alberghieri, chiamati a cimentarsi con questo importante e peculiare frutto, protagonista delle nostre terre autunnali e delle nostre tradizioni più genuine. Ancora un ringraziamento a tutti coloro, singoli e associazioni, che si sono spesi in questa manifestazione, non più scommessa come lo fu quando venne lanciata dieci anni or sono, ma ormai solida e apprezzata realtà.
Willem Wijnsketers ha lavorato nel CITES per 31 anni, per 20 anni nella Commissione Europea e dal 1999 è stato Segretario Generale della Convenzione. È in pensione da maggio 2010 e da allora dedica parecchio del suo tempo ad aiutare tutti nel risolvere i temi e le questioni riguardanti il CITES. Il suo libro “L’evoluzione del CITES 2011” è giunto alla 9a edizione. Come per le precedenti edizioni, questa lunga pubblicazione presenta una storia dell’evoluzione della Convenzione. Iniziando dalle basi il lettore viene guidato attraverso la sua complessa struttura. Vengono presentati i provvedimenti della Convenzione e le rilevanti Risoluzioni e Decisioni in maniera accessibile, fornendo spiegazioni e commenti per facilitare la comprensione della Convenzione e della sua implementazione. Sono disponibili la versione inglese e francese e si sta approntando quella in spagnolo. Il CIC ha sostenuto e pubblicato questo libro che dà l’opportunità di diffondere a livello internazionale il principio della caccia sostenibile, poiché questa pubblicazione è d’obbligo per tutti i professionisti che lavorano per l’ambiente. Il Direttore Generale del CIC, Tamás Marghescu, afferma: “Pubblicando questo volume di 934 pagine e coordinandone la realizzazione, il CIC, quale organizzazione mondiale di milioni di cacciatori a favore dell’uso sostenibile, ha manifestato la decisione di sostenere l’implementazione di questa importante Convenzione internazionale. Verrà utilizzato da tutte le autorità e le unità gestionali del CITES in tutto il mondo e da tutti i centri di controllo presso gli aeroporti internazionali, con il logo del CIC in copertina”. Presso gli uffici del CIC (CIC International – Administrative Office – P.O. Box 82 – H–2092 Budakeszi – Tel. +36 23 453 830 – Fax +36 23 453 832 – HYPERLINK e-mail: office@cic-wildlife.org – web:www.cic-wildlife.org) è possibile richiedere la versione cartacea a € 50,00 ed è possibile scaricare le versioni elettroniche in francese e in inglese tramite i link nel sito del CIC.
La Convenzione per la Conservazione delle Specie Migratorie di Animali Selvatici (CMS) è un accordo intergovernativo con l’obiettivo di conservare le specie migratorie e i loro habitat a livello mondiale. Il CIC, la FACE e la IAF (Ass. Internaz. Falconieri) sono stati rappresentati, quali osservatori, durante la 10a Conferenza delle Parti che si è svolta in Norvegia dal 20 al 25/11/2011. Con un accordo comune queste organizzazioni hanno sostenuto l’implementazione di strategie per un corretto uso sostenibile, in particolare coinvolgendo le comunità locali nella conservazione delle specie migratorie. La relazione della conferenza è stata redatta da Mikko Rautiainen, Consigliere Politico e Legale del CIC. “La Convenzione per la Conservazione delle Specie Migratorie di Animali Selvatici (CMS) utilizza elenchi e documenti simili a quelli della Convenzione del CITES (Appendice I: specie in via di estinzione) e sollecita le Parti ad adottare più severe misure di protezione. Le specie migratorie che dovrebbero beneficiare di questa collaborazione internazionale sono elencate nell’Appendice II. La risoluzione “Guida alla Conservazione delle Rotte migratorie Globali e Opzioni di Disposizioni Politiche” nasce grazie al Gruppo di Lavoro Rotte Migratorie del CMS, in cui ha collaborato anche Angus Middleton, CEO della FACE. Questo Gruppo ha iniziato identificando erroneamente la caccia quale più grande minaccia alle specie migratorie, ma dopo vari interventi nello stesso gruppo, la risoluzione è risultata bilanciata e pragmatica, sebbene manchi un diretto riferimento al ruolo dei cacciatori e all’uso sostenibile, quale strumento di conservazione.
La 10a Conferenza delle Parti è stata, inoltre, una sorta di sopralluogo per il primo incontro dei firmatari del Protocollo d’Intesa/MoU (Memorandum of Understanding) sul Cervo di Bukhara (Cervus elaphus bactrianus), Tagikistan, Kazakistan, Uzbekistan, Turkmenistan e il WWF Russia, che hanno presentato i loro progressi e le varie attività per la conservazione delle specie. Il CIC ha illustrato l’Iniziativa per la Fauna Selvatica dell’Asia Centrale e del Caucaso e i suoi effetti indiretti anche sulla conservazione delle specie, attraverso lo sviluppo di una legislazione per la gestione della fauna. È stato incoraggiante sentire che oggi il numero totale di Bukhara sia di più di 1.600 individui, un significativo miglioramento della situazione nel 1999, quando si contavano solo 350/450 esemplari. A conclusione dell’incontro si è deciso che il Progetto d’Azione per il Cervo di Bukhara verrà riaggiornato e l’Afghanistan è stato invitato a sottoscrivere il Protocollo d’Intesa.
Cosa ci prospetta il futuro? Vale la pena notare che la Risoluzione sulle sinergie e le collaborazioni invita la Segreteria del CMS a cercare attivamente nuovi partner e nuove alleanze; fattore incoraggiante dal momento che anche il CIC è alla ricerca di collaboratori per il progetto emergente “Partnership collaborativa per la Natura”, un processo per riunire un gruppo di professionisti nella difesa della gestione sostenibile della fauna selvatica a beneficio dell’uomo e della conservazione della natura. Per le future conferenze del CMS e altri rilevanti incontri sull’ambiente la Sede del CIC, le sue Divisioni e le organizzazioni partner dovranno essere attivi nel lavoro di preparazione, collaborando più strettamente l’uno con l’altro. Servirebbe una procedura standard per questo tipo di lavoro, con cui seguire bene i prossimi argomenti più importanti, far presenti risoluzioni e raccomandazioni, preparare dichiarazioni scientificamente provate e, infine, relazionare tutte le procedure. Tutto questo è molto importante al fine di dimostrare la reale rilevanza dell’uso sostenibile della fauna selvatica quale strumento chiave per la conservazione in tutto il mondo.
ANNO 2011
Sospesi al 50° piano del Centro Direzionale di Madrid con una visione mozzafiato sulla città e sulla campagna circostante, ottimo territorio di caccia, si è tenuto il Consiglio di Amministrazione d’autunno del Consiglio Internazionale della Caccia, organizzato dalla Delegazione spagnola con la tradizionale cena di benvenuto, che ha permesso di esaminare informalmente i punti principali della lunga agenda dei lavori che hanno occupato tutta la giornata di martedì 8 novembre 2011. Completati i soliti punti istituzionali con l’ampia introduzione delle attività svolte dal Presidente, Bernard Lozé, e dalla equipe di Budapest diretta da Tamás Marghescu, dopo l’Assemblea Generale di San Pietroburgo (perfettamente organizzata dalla Delegazione russa) fino a ottobre, si è entrati nel merito.
La Delegazione italiana, che è collocata tra le prime dieci del CIC per numero dei soci dopo Francia, Austria, Germania, Svizzera, Spagna, e cioè al sesto posto, prima di Belgio, Finlandia, Danimarca e Inghilterra, è stata più volte citata per la sua attività a livello internazionale e per i continui contatti in atto (n.d.r. con il suo Vice Presidente Internazionale per il Mediterraneo, dott. Massimo Marracci) con la Sede centrale di Budapest.
A questo proposito, è stata caldeggiata la proposta di organizzare a Milano la 61^ Assemblea Internazionale nel 2014 (dopo Cape Town nel 2012 e Bratislava – Praga – Budapest nel 2013, in navigazione sul Danubio), in occasione delle elezioni triennali del Consiglio di Amministrazione internazionale.
Dopo un’ampia discussione con tutti gli altri Capi Delegazione presenti (oltre una trentina), si è definita la necessità di aprire il CIC nei vari Stati membri anche con quelle organizzazioni che non sono per principio contro la caccia, ma che possano comprendere la necessità di tutelare e coinvolgere tutti gli operatori sul territorio, sulla base di un prelievo controllato, coordinato e programmato in materia venatoria, quale caccia sostenibile.
Altro punto fondamentale è la nomina di nuovi soci che siano veramente attivi, aiutandoci così a far conoscere la caccia che ha bisogno di essere divulgata più che difesa, perché non rappresenta il problema, ma la soluzione dei problemi sul territorio. Le ultime, tragiche vicende accadute in Italia, che non dovrebbero mai più ripetersi, sono figlie anche delle “scampagnate” domenicali anticaccia, allorché il volontariato avrebbe ben potuto dedicarsi a lottare contro i veri mostri che assediano e distruggono i nostri territori. E’ ora di cambiare mentalità e i cacciatori devono proporsi in altro modo e in forma più incisiva.
Altro argomento trattato (n.d.r. in Italia è da tempo attuato dalla nostra Delegazione) è quello relativo alla informazione tramite la Newsletter ogni tre o quattro mesi per meglio valorizzare le nostre iniziative che dovrebbero essere scambiate anche con le altre Delegazioni vicine, comunque perlomeno quelle europee.
Anche la parte scientifica ha avuto un ampio spazio perché è ritenuto essenziale seguire i vari progetti in atto in Europa, Africa e Asia. La gestione del territorio ha il posto preminente nei vari programmi del CIC perché è necessario dimostrare che il cacciatore è ben altro da un semplice “sparatore”. E’ questa una realtà che deve maggiormente essere evidenziata.
E’ stato poi ampiamente discusso il problema dello studio della biologia nelle scuole, perché quando si parla a livello scientifico non si può negare che pure la caccia possa avere un ruolo.
La riunione è terminata nel tardo pomeriggio dopo aver discusso una variegata agenda di temi associativi.
Il CIC ha assunto una posizione decisiva durante l’ultima riunione del Consiglio a Madrid dell’8/11/11, in merito alle pratiche di gestione intensiva e di manipolazione attuate nell’allevamento delle specie di animali selvatici, quali l’inseminazione artificiale e i sistemi di riproduzione fortemente controllata per ottenere una “produzione commerciale” di sempre più grandi corni e corna, e l’ibridazione tra specie o sottospecie strettamente legate tra loro. Le pratiche manipolatorie, analoghe a quelle per la produzione di bestiame domestico, che vengono sempre più attuate in tutti i continenti, non solo si prendono scherno delle onorate tradizioni venatorie, ma rappresentano un vero e proprio pericolo per l’integrità della biodiversità. Con questa posizione importantissima il CIC invita i governi, le autorità per la gestione della fauna selvatica, i proprietari terrieri, così come le associazioni venatorie nazionali ed internazionali e le organizzazioni non governative per la conservazione ad unire le proprie forze per preservare il selvatico e il naturale nella fauna selvatica.
Per maggiori info: www.cic-wildlife.org/index.php?id=807
E’ stata pubblicata a maggio 2011 la tanto attesa “Guida ai Musei e Collezioni di caccia, trofeistica ed ornitologia d’Europa” dell’avv. Michele Federico Popper, socio della Delegazione italiana del CIC Int., presentata dal Capo Delegazione, avv. Giovanni Bana, durante l’Assemblea Nazionale tenutasi il 30 aprile 2011 a Racconigi (Cn) e a San Pietroburgo, in occasione dell’Assemblea Generale del CIC Int. (11-15/05/2011). Questa Guida, disponibile a breve anche sul web, è una riedizione ampliata ed aggiornata del “catalogo” dei Musei di Caccia d’Europa pubblicato dal CIC nel 1983, e contiene una breve descrizione dei Musei e delle principali Collezioni private di caccia, trofeistica ed ornitologia d’Italia, con i loro indirizzi e recapiti. Dalle parole della presentazione del volumetto da parte del Capo Delegazione: “Presentare per l’Italia una prima guida (…) rappresenta la volontà di far conoscere la nostra realtà del passato senza voler essere assolutamente dei tradizionalisti. (…) La guida vuole dare testimonianza dei nostri valori culturali, assolutamente radicati nella gente.” Insomma, un volume che non può assolutamente mancare nella biblioteca di ogni appassionato cacciatore o amatore. Per info e per richiesta copie: cicitalia@libero.it
Presso i locali dell’Università di Udine si è tenuto un Corso per Misuratori Trofei – Metodo CIC Int. – dal 27 al 29 maggio 2011. Gli aspiranti misuratori che hanno partecipato a questa “tre giorni” erano ben 26; si è incominciato con la parte teorico- introduttiva, per poi continuare con la parte pratica, i confronti, le valutazioni e la finale consegna dei meritati diplomi e dello stemma di Misuratore del CIC. Un corso che ha avuto molto successo e che ha raggiunto gli obiettivi prefissati, grazie all’organizzazione del dr. Bruno L. Vigna, Presidente della Commissione Grand Gibier/Esp. & Trofei del CIC, del prof. Giovanni Persona, Vice-Presidente della stessa Commissione, grati comunque per l’accoglienza e disponibilità del Direttore dell’Università di Udine – Dipartimento Scienze Animali – prof. Piero Susmel, e alla professionalità di tutti i docenti, Gianfranco Malisan, Adriano Fornesi, Ezio Albertini, Enzo Berzieri, Franco Galazzini, Giuseppe Bernasconi e Marco Franco Franolic. Un’esperienza davvero rilevante che valorizza ancora una volta l’importanza dell’etica e il valore socio-culturale della caccia, consentendoci così di essere alla pari degli altri Paesi mitteleuropei.
C’è da essere ben lieti delle ottime relazioni che esistono tra la FACE a Bruxelles e il CIC a Budapest nella trattazione delle innumerevoli questioni che interessano le due organizzazioni. A questo proposito, il Presidente FACE, Gilbert de Turckheim, nel messaggio di saluto alla recente 58a Assemblea Generale del CIC a San Pietroburgo, ha voluto precisare il ruolo delle due organizzazioni sui vari dossier aperti. “Questi temi che noi trattiamo insieme riguardano, soprattutto, l’applicazione dei testi legislativi internazionali in materia di conservazione e utilizzo durevole della fauna selvatica, riguardante la CITES, la Convenzione di Bonn, quella sulla Diversità Biologica e altri testi pertinenti. Ma c’è anche la rappresentanza della comunità internazionale dei cacciatori a livello di Unione Mondiale per la Natura/UICN, la promozione e la difesa dei nostri interessi in relazione a certi settori della società che riguardano soprattutto i diritti degli animali. C’è anche sicuramente lo sviluppo e la messa in vigore di una politica di comunicazione coerente. E’ indispensabile che noi evidenziamo fortemente e pratichiamo una buona coordinazione delle nostre attività e dei nostri settori di competenza al fine di assicurare un massimo di efficacia e di complementarietà, il tutto rispettando le identità e le particolarità proprie di ciascun organismo (n.d.r. che bello se anche nel nostro paese si operasse in tal modo almeno fra le Associazioni di FACE Italia!). Con lo scopo di razionalizzare questo dibattito su chi fa cosa, quando e come, credo che sarà opportuno fare una specie di classificazione delle diverse strutture e organizzazioni aventi ciascuna il proprio ruolo specifico nella caccia e nella gestione della fauna selvatica. Prima di tutto vi sono gli organismi di Stato operanti sotto la tutela dei Ministeri competenti per la caccia e che effettuano dei compiti di amministrazione, di ricerche applicate e di “controllo” della caccia. E’ particolare la situazione francese con l’Ufficio Nazionale della Caccia e della Fauna Selvatica – ONCFS – e esistono delle strutture comparabili in numerosi altri Paesi. Vi sono poi le associazioni non governative, elette dal mondo della caccia. Queste sono costituite democraticamente e rappresentano una proporzione significativa, arrivando circa al 100% del numero totale dei cacciatori di un Paese a nome dell’entità geografica in questione. Sono queste strutture che hanno il potere e il dovere di gestire la caccia, poiché rappresentano politicamente la base dei cacciatori presso i decisori governativi. A livello europeo queste associazioni hanno creato la FACE al fine di promuovere e difendere presso l’Unione Europea, il Parlamento Europeo e il Consiglio d’Europa, gli interessi dei 7 milioni di uomini e di donne che cacciano, proteggono, lavorano per il territorio e conservano gli spazi selvaggi in Europa. Bisogna constatare che queste strutture governative rappresentative dei cacciatori sono totalmente sottomesse agli obblighi di gestione riguardanti la caccia. Questi obblighi non sono sufficientemente progrediti e, quindi, non lasciano sufficiente libertà di espressione per svolgere delle pertinenti riflessioni per il futuro. E per questo motivo c’è una vera necessità, per la promozione della caccia, di beneficiare, a fianco degli organismi di gestione, di strutture più tematiche e specifiche come il CIC, che agiscono come laboratori di idee, come organi di riflessione e come catalizzatori, al fine di assicurare un’ etica e una pratica della caccia in armonia con gli altri settori della società, compresi quelli che praticano altri approcci alla conservazione della fauna selvatica. Sono questi organismi che dovranno lanciare dei dibattiti, offrire delle idee nuove ed esaminare delle strategie più a lungo termine, perché la caccia e i cacciatori possano continuare ad assumere pienamente le loro funzioni socio-economiche, ecologiche e culturali. E’ a questo livello che il CIC gioca pienamente il suo ruolo, come il Comitato Economico e Sociale europeo posto a fianco degli organi di “governo”. A tal proposito, come Presidente di FACE mi auguro vivamente che in questo clima di proficua collaborazione i buoni rapporti esistenti siano rinforzati tra questi tre tipi di strutture, anche a livello locale, nazionale, europeo e internazionale. La mia presenza, e quella di numerosi altri membri, rappresentanti delle Associazioni Nazionali aderenti alla FACE, alla vostra Assemblea Generale, come a quelle degli anni precedenti, testimoniano questa forte volontà.”
(Dall’intervento del Presidente della FACE, Gilbert de Turckheim, in occasione della 58a Assemblea internazionale del CIC a San Pietroburgo, 12-15 maggio 2011).
Il CIC (Consiglio Internazionale della Caccia e della Salvaguardia della Fauna) è stato costituito con atto pubblico nel 1928 a Parigi. L’attuale sua sede è a Budapest, in Ungheria. Siede nel consesso dell’ONU quale ONG (Organizzazione Non Governativa). In oltre 80 Stati è rappresentato da una Delegazione nazionale che si rinnova ogni tre anni nell’ambito dell’Assemblea nazionale, secondo lo statuto internazionale. La Delegazione italiana è composta da un Capo Delegazione, un Vice Capo Delegazione, un Tesoriere, e da 78 soci, di cui 3 quali membri di Stato e gli altri a titolo personale o in rappresentanza di associazioni venatorie. Una parte degli aderenti paga una quota sociale, una cui frazione va direttamente alla sede centrale di Budapest. Gli Stati membri, per legge, versano la quota annuale che va direttamente alla sede centrale, senza transitare sul conto della Delegazione che gestisce annualmente la sua attività. Durante l’Assemblea Generale di San Pietroburgo 2011 è stato nominato, quale Vice-Presidente internazionale, il dott. Massimo Marracci.
Gli scopi del CIC sono quelli di cui all’art. 2 dello Statuto, tra cui:
lett. e) utilizzazione durevole delle risorse naturali;
lett. g) miglioramento della gestione della fauna selvatica;
lett. h) sostegno della ricerca scientifica, formazione e informazione del pubblico delle finalità del CIC.
La Delegazione è retta dalle norme associative del Codice Civile, come ogni altra organizzazione volontaristica. Nel Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale (CTFVN) vi è per legge (ex art. 8 L.N. 157/92) un rappresentante della Delegazione italiana del CIC. Alcuni rappresentanti del CIC fanno parte, proprio in virtù della sua posizione super partes, delle Consulte faunistico-venatorie regionali, secondo le disposizioni ivi esistenti. Tutta l’attività è svolta a livello volontaristico senza alcun scopo di lucro. Ogni Delegazione ha un regolamento interno (art. 5 e 5.1 dello Statuto). La Delegazione italiana ha un regolare codice fiscale – 97584450015 – presso la sede del suo Tesoriere, Carlo Alberto Pejrone.
Dal 12 al 15 maggio 2011, il CIC (Consiglio Internazionale della Caccia e della Conservazione della Fauna), leader mondiale nella caccia sostenibile e nella conservazione delle specie selvatiche, ha riunito i suoi membri da tutto il mondo a San Pietroburgo, per la 58a Assemblea Generale, all’insegna del motto: “La Caccia, una parte di eredità culturale”. “Il CIC è particolarmente grato al Governo russo, alla città di San Pietroburgo e alla Federazione Russa delle Associazioni Pubbliche di Caccia e Pesca per l’invito a tenere questa Assemblea Generale a S. Pietroburgo”, ha affermato Bernard Lozé, Presidente del CIC. “In una cornice di begli scenari e incontri sociali, noi membri, partner e amici del CIC ci riuniamo qui a S. Pietroburgo per raggiungere alcuni importanti obiettivi e risultati concreti, in linea con le nostre idee e la nostra missione. Stiamo ancora celebrando il successo della falconeria, che è stata inserita nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’UNESCO, dimostrando davvero che la caccia è una parte integrante della cultura e fondamentale per lo sviluppo umano”, ha concluso Lozé. Come editore il CIC ha presentato a San Pietroburgo la 9a edizione de “L’evoluzione della CITES”, un manuale che sosterrà il lavoro della Convenzione CITES (Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie minacciate di Flora e Fauna selvatiche) per migliorare la regolamentazione del commercio delle piante e degli animali a rischio d’estinzione (www.cites.org). La posizione del CIC sarà davvero importante a tal fine, in quanto ogni autorità CITES nel mondo, dai punti di controllo doganali agli aeroporti internazionali, lavorerà con questo libro di ben 934 pagine con il logo del CIC stampato in copertina. Nel corso della cerimonia inaugurale presso l’Istituto Smolny, che ha visto gli interventi, oltre alla Presidenza del CIC, di Yuri Troutnev, Ministro delle Risorse Naturali della Federazione Russa, di Valentina Matvienko, Governatrice di San Pietroburgo e di John Scanlon, Segretario Generale CITES, è stato presentato un filmato sulla natura, le specie selvatiche e la caccia in Russia, della quale ha poi parlato il Presidente della Federazione Russa delle Associazioni Pubbliche di Caccia e Pesca, nonché Capo della Delegazione russa del CIC, Edward Benderskiy. Erano inoltre presenti, intervenendo nei lavori introduttivi, Nicholas Hanley della Commissione UE, Kalev Sepp, Vice-Presidente dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), Thierry de l’Escaille, Segretario generale di ELO (Organizzazione dei Proprietari Terrieri Europei), Gilbert de Turckheim, Presidente della FACE, e Nikola Belev, Presidente di OIE (Organizzazione Mondiale della Sanità Animale). Tutti ospiti testimonianti le proficue relazioni operative intrattenute nel mondo dal CIC con tante organizzazioni non venatorie, ma di fondamentale complementarietà alla caccia e alla conservazione, perché risultati decisivi possono essere ottenuti soltanto grazie a un impegno comune e condiviso tra più soggetti, siano essi istituzionali, professionali o volontaristici: unico modo per evitare che la caccia si isoli dal resto del mondo, mentre invece ne è parte integrante. A seguire, si sono poi svolte le sessioni delle tre attuali nuove Divisioni in cui si articola concretamente il CIC, ossia la Divisione Giuridica, la Divisione Scienze Applicate e la Divisione Cultura. Ciascuna di esse si avvale dell’apporto di membri CIC esperti e professionisti in questi settori, che con il loro contributo consentono di definire le strategie di lavoro e gli obiettivi da conseguire. Basti citare alcuni tra i numerosi argomenti in discussione, per rendersi conto della concretezza che anima l’operato del CIC: l’avanzata dei grandi carnivori, che stanno ripopolando i loro habitat originari in Europa e che pongono seri problemi di coabitazione con l’uomo e altre specie selvatiche, da governare e risolvere, come l’impatto della lince eurasiatica sul capriolo, la lepre e i Tetraonidi, o il ritorno del lupo in Svizzera e Svezia; la figura del cacciatore quale naturalista, conoscitore dei principi, criteri e indicatori della caccia durevole; le tecniche di limitazione degli impatti delle lavorazioni agricole nei territori a prati stabili e praterie da foraggio; le metodologie di conservazione degli uccelli acquatici in Russia, intesi come risorsa internazionale; la nuova strategia per la biodiversità programmata dall’Unione Europea. Accanto a questi temi preponderanti, si è anche discusso di cani da caccia, falconeria, caccia nell’arte russa, letteratura in tema venatorio e ambientale, caccia e musica. La Divisione Cultura, in particolare, ha insignito di un riconoscimento il volume illustrato “Caccia nelle Alpi – Fauna Selvatica” di autori vari, pubblicato dalla Casa Editrice Athesia di Bolzano, ideato ed edito dagli italiani Ingeborg Lanthaler e Johann Waldner, mentre il prestigioso Premio Internazionale CIC Edmond Blanc è stato quest’anno assegnato al Cangandala National Park and Luando Reserve dell’Angola, con un diploma di riconoscimento all’Associazione russa Kurgan Regional Union of Hunters and Fishermen. L’assemblea dei soci ha quindi approvato i bilanci, alcune modifiche statutarie e l’ingresso di nuovi soci (tra cui la comasca Associazione dei Cacciatori di Valbrona), nonché il nuovo Comitato Direttivo che guiderà il consesso mondiale dei cacciatori per il prossimo triennio. Il Presidente Lozé è stato riconfermato, così come è stato nominato, quale Presidente d’Onore, Dieter Schramm. Cambio della guardia, al contrario, per diversi Vice-Presidenti, e l’Italia ha avuto l’onore di vedere eletto Massimo Marracci alla Vice-Presidenza per il Mediterraneo, che raggruppa tutti i paesi delle rive nord e sud del Mare Nostrum, nonché è stato riconfermato Advisateur Giovanni Pejrone. Per il nostro Paese, oltre al Capo Delegazione Giovanni Bana, al Vice-Presidente uscente Carlo Alberto Pejrone (nominato membro di un ristretto gruppo di Consiglieri del Presidente d’Onore) e al Segretario della Delegazione Massimo Marracci, hanno partecipato all’incontro in Russia i Presidenti di Federcaccia e di ANUUMigratoristi, rispettivamente Gianluca Dall’Olio e Marco Castellani, Anna Maria Bianchi e Stefano D’Ambrosi del Ministero per le Politiche Agricole, Bruno Lauro Vigna, Presidente della Commissione CIC Italia Grand Gibier – Esposizioni e Trofei, Vito Genco di ANPAM e Mauro Silvis del CNCN, e gli altri soci Enrico Scoccini, Valentino Sanvito, Carlo Peroni, Giuseppe Cassina, Luigi Quaglio. La 59a Assemblea Generale avrà luogo in Sudafrica dal 7 all’11 maggio 2012.
Presso il Castello di Racconigi, in provincia di Cuneo, una delle storiche dimore (anche di caccia) di Casa Savoia, si è svolta il 30 aprile l’Assemblea annuale della Delegazione italiana del CIC, seguita dal seminario di studio “La caccia sostenibile nei programmi del Re Cacciatore”. Lo spunto per la manifestazione è stato offerto dalle celebrazioni per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, ricorrenza cui anche il CIC ha voluto tributare il proprio omaggio riunendo in Piemonte un folto numero di membri della Delegazione insieme a familiari e simpatizzanti dell’importante consesso internazionale, per l’occasione rappresentato dal Presidente internazionale, Bernard Lozé, e dal Presidente onorario, Dieter Schramm. Nel corso dell’Assemblea, presieduta dal Capo Delegazione, avv. Giovanni Bana, e dal Segretario generale, dr. Massimo Marracci, insieme al Vice-Presidente internazionale e Tesoriere, prof. Carlo Alberto Pejrone, e al prof. Alberto Quaglino, veri e indiscussi artefici della perfetta organizzazione, sono state passate in rassegna tutte le attività svolte nel 2010 e nei primi mesi del 2011, sia nel settore della comunicazione che dell’organizzazione o patrocinio di eventi che hanno messo l’accento sugli aspetti culturali e gestionali della caccia, senza peraltro trascurarne i risvolti economici ed etici. Tra i presenti, a vario titolo, il dr. Gianluca Dall’Olio (Presidente Federcaccia), il dr. Marco Castellani (Presidente ANUUMigratoristi), Alberto Benatti (Vice-Presidente Libera Caccia), il dr. Bruno Vigna (Past-President UNCZA), Adriano Raffaelli e Enrico Scoccini (avvocati alla CJCE), il prof. Adriano Tosello (Sindaco di Racconigi), Pierluigi Macco (Comandante Corpo Forestale Regione Piemonte), l’ing. Vittorio Viora (Presidente provinciale Confagricoltura). Si è inoltre provveduto a tracciare i programmi per i prossimi mesi, tra cui la partecipazione alla 58a Assemblea Generale internazionale, che si terrà a San Pietroburgo a metà maggio e che vedrà la candidatura alla Vice-Presidenza, tra gli altri, di Massimo Marracci, per il mantenimento di una qualificata rappresentanza del nostro Paese nel Comitato direttivo del CIC. Nella magnifica cornice del parco di Racconigi e delle ristrutturate scuderie reali, tra i diversi nidi di cicogne ospitati dalle torri e dalle guglie degli edifici, si è quindi proseguito con il seminario di studio che ha ripercorso le vicende storico-architettoniche sia di Racconigi e del suo parco, che del Re Cacciatore e Re Galantuomo, Vittorio Emanuele II, introdotto dai saluti di Bana, di Lozé, del Presidente del sodalizio Amici del Castello di Racconigi, conte Luigi Rossi di Montelera, e del dr. Mario Turetta, Direttore regionale Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte. I relatori che si sono succeduti – il dr. Renato Balestrino, quale Responsabile delle attività culturali presso il Castello, il prof. Pietro Passerin d’Entrèves, Rettore dell’Università della Valle d’Aosta, la d.ssa Caterina Gromis di Trana – hanno concentrato la loro attenzione sui temi del parco-giardino, delle cacce reali alpine e della gestione faunistica che, nel caso negativo per Racconigi dello scoiattolo grigio, ha dimostrato la dannosità delle ideologie animaliste per una reale tutela delle specie animali e vegetali autoctone. Hanno concluso i lavori Jean Servat, già Amministratore generale del CIC, che ha ripercorso la storia del consesso internazionale dei cacciatori nonché del Parco nazionale del Gran Paradiso in relazione al Parco nazionale della Vanoise in Francia, e Dieter Schramm, rivolgendo un vibrato appello ai cacciatori italiani affinché la gestione attiva della biodiversità nell’applicazione delle Convenzioni internazionali di settore veda sempre più partecipe il mondo venatorio con il suo bagaglio di conoscenze e di professionalità.
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Il giorno successivo, i partecipanti si sono trasferiti presso la Venaria Reale, nel Torinese, ove la visita della Reggia e, soprattutto, della mostra “La Bella Italia”, ricca di dipinti, sculture, miniature, mosaici e altri gioielli di altissimo valore artistico, allestita per il 150° dell’Unità d’Italia, hanno ulteriormente evidenziato la straordinaria ricchezza culturale della nostra storia che, pur nella molteplicità dei soggetti che nel tempo hanno governato i nostri territori (Impero romano, Comuni, Principati, Regni, potenze straniere, ecc.), ha posto sempre l’Italia al centro della civiltà occidentale. Una due giorni ottimamente organizzata e riuscita, anche nello spirito di amicizia e collaborazione che contraddistingue la vita del CIC a tutti i livelli, chiudendo la manifestazione con un emozionante concerto tenuto dell’Equipaggio dei Corni da Caccia della Regia Venaria, esibizione musicale dell’Accademia di Sant’Uberto, nel cortile antistante l’omonima cappella.
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L’occasione è stata propizia per la consegna di una medaglia di attestazione delle significative attività del CIC e per la sua rilevante presenza nel campo della tutela della Natura da parte del Presidente della Repubblica italiana, anche questo nel significativo ricordo del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia. La medaglia, consegnata al Presidente, Bernard Lozé e dallo stesso rimessa al Prefetto di Cuneo, d.ssa Patrizia Impresa, è stata a sua volta consegnata al dott. Mario Turetta, Direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, perché venga lasciata a testimonianza di questa giornata presso il Castello di Racconigi, decretato “Il più bel Parco d’Italia” nell’anno 2010. Avevano inviato, tra gli altri, i loro messaggi di convinta partecipazione, il Presidente della Giunta regionale del Piemonte, avv. Roberto Cota e il Presidente della Provincia di Cuneo, Giovanna Gancia, nonché il Comandante dei Carabinieri di Cuneo, col. Francesco Laurenti. Al termine dell’assemblea sono stati preannunciati luoghi e date delle prossime assemblee (salvo conferme): 1-2-3 giugno 2012 nelle Marche, ospiti dell’avv. Enrico Scoccini e a fine maggio 2013 ad Asolo – Treviso, ospiti dell’avv. Adriano Raffaelli, per un nuovo modo di intendere la nostra organizzazione nazionale nello spirito autorevole ma amichevole del CIC.
E’ un numero, l’82, del tutto particolare della rivista “Il Cacciatore Trentino”, completamente dedicato ad un grande evento: la prima rassegna di gestione unica per tutto il Trentino, in occasione del 40° anniversario delle mostre dei trofei. Un avvenimento assolutamente inedito perché, per la prima volta nella storia della caccia in Trentino, tutti i trofei raccolti in una stagione venatoria sono stati esposti insieme, in quello straordinario palcoscenico che è la fiera di Riva del Garda, Expo Riva Caccia-Pesca-Ambiente 2011. E’ stata una grande festa, un importantissimo momento di incontro e riflessione. Ma anche una splendida occasione per rendere visibile a tutti quello che fanno i cacciatori trentini con i risultati gestionali presentati in un contesto fieristico e culturale di portata internazionale. Il “quarantesimo compleanno” delle mostre dei trofei non è una ricorrenza qualunque. Dimostra come, da sempre, i cacciatori trentini abbiano operato con estrema attenzione alla conservazione del patrimonio faunistico, alla conservazione dei “nostri” animali. Le rassegne sono infatti la conseguenza logica e “sociale” delle valutazioni tecniche: il momento essenziale dove si pesa e si giudica, anno per anno, la bontà della gestione. I trentini lo fanno da generazioni, sulla spinta dell’impostazione mitteleuropea che caratterizza la loro caccia, sia in termini culturali, che normativi e tecnici. Per dirla tutta… i cacciatori trentini fanno gestione della fauna sin da quando questa parola era del tutto sconosciuta al mondo venatorio italiano. E svariati decenni prima che vi facesse ingresso. Di questo devono essere, crediamo giustamente, molto fieri. L’Associazione Cacciatori Trentini è meritevole di tutta la massima attenzione per l’organizzazione e la buona riuscita di questa grande manifestazione.
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In questo contesto è opportuno ricordare che è molto importante il significato gestionale della valutazione dei prelievi realizzati. Due sono gli elementi che caratterizzano la valutazione dei prelievi in un’ottica di corretta gestione venatoria: il primo riguarda le considerazioni sull’entità del prelievo realmente effettuato, la sua suddivisione in classi di età precise, le considerazioni relative ai tempi ed al numero di uscite necessarie alla sua realizzazione; il secondo, invece, si basa su attente analisi biometriche, sanitarie e genetiche sui singoli individui prelevati. Nel primo caso le valutazioni da effettuare non devono essere limitate alla sola verifica della conformità dell’abbattimento con le assegnazioni, ma dovrebbero consentire anche di monitorare costantemente l’andamento del prelievo per poter prendere gli opportuni provvedimenti in modo tempestivo qualora subentrino fattori inaspettati che potrebbero compromettere il mantenimento di condizioni di densità ottimali. La capacità, poi, di valutare in modo preciso gli abbattimenti realizzati, in termini di frequenze di individui di diverse età, all’interno di ciascuna classe di abbattimento risulta di grande importanza. Per tutte le specie di Ungulati infatti risulta semplicemente impossibile in capi adulti determinare con precisione l’età dei soggetti in natura, e in alcune specie anche l’individuazione di capi subadulti, in particolare nelle classi femminili, può risultare difficoltosa. L’esame dei capi abbattuti fornisce quindi informazioni non altrimenti ottenibili sulla struttura di età della popolazione, nonché sulle età medie e massime raggiungibili all’interno delle classi di abbattimento più mature. Le metodologie di determinazione delle età presentano difficoltà differenti fra Bovidi e Cervidi, visto che, in questi ultimi l’analisi della dentatura assume un valore predominante e comporta forti variazioni legate alle aree geografiche; in tal senso una precisa calibrazione locale del metodo è fortemente consigliabile per giungere a risultati sempre più attendibili. Queste informazioni contribuiscono ad orientare in modo opportuno le scelte in merito all’entità e alle strutturazione del piano di abbattimento annuale di una determinata specie. La raccolta di dati biometrici, se realizzata con un buon grado di precisione, permette la realizzazione di utilissime banche dati che consentono di valutare lo stato fisico delle popolazioni descrivendone, e spesso anticipandone, le sue tendenze di sviluppo, positive o negative, consentendo in definitiva di attuare le scelte gestionali conseguenti e più opportune. Va sottolineato che questa pratica consente di prevenire e correggere gravi problemi di destrutturazione e diminuzione di qualità nei capi, piuttosto che dover rincorrere le emergenze, una condizione piuttosto comune, anche se assai negativa, nella gestione della fauna nel nostro Paese. L’analisi dei capi abbattuti consente inoltre un monitoraggio costante e continuativo della situazione sanitaria, utile a riconoscere tempestivamente e ad intervenire per eventuali problematiche in atto. La recente espansione della rogna sarcoptica sulle Alpi costituisce forse l’esempio più eclatante di tale necessità, ma molte sono le patologie che, se non accuratamente seguite, possono costituire un problema rilevante per il corretto sviluppo delle popolazioni di Ungulati selvatici ed, in generale, di mammiferi ed uccelli. In conclusione, si può affermare che l’analisi del prelievo effettuato, sia in termini di esecuzione temporale e ripartizioni in età dei capi abbattuti, sia in termini di analisi puntuale della caratteristiche biometriche, genetiche e sanitarie dei singoli capi, costituisca una parte fondamentale della corretta gestione di una specie soggetta a prelievo, questo è tanto più vero per gli Ungulati nei quali la complessa struttura di popolazione impone un elevato grado di conoscenza per evitare gravi conseguenze nella loro gestione.
TROFEI, PUNTEGGI, GESTIONE
A partire dalla fine del 1800 si osserva l’affiorare di una filosofia che, riunendo motivazioni sportive, sociali, naturalistiche, inizia a creare le basi per una visione complessiva dell’arte cinegetica, non più come azione di rapina e di sfruttamento a discapito della fauna, ma come funzione di gestione generalizzata dell’ambiente. Nei cenacoli nobiliari europei si fondarono le prime associazioni che si proponevano di valorizzare soprattutto le emozioni derivanti dalla pratica della caccia e di creare ed estendere una cultura venatoria sostenuta da conoscenze scientifiche. Su questa spinta, nel 1930, a Parigi, grazie all’iniziativa di alcuni cacciatori provenienti da 28 Paesi diversi, vide la luce il CIC (Conseil International de la Chasse). Il “Consiglio Internazionale della Caccia” che, successivamente, aggiunse alla sua “ragione sociale” anche la dicitura “… e della Conservazione della Fauna”, si proponeva, fra le altre cose, di stabilire dei criteri generali per confrontare i trofei di caccia dei mammiferi attribuendo dei punteggi che potessero essere un indice significativo dello sviluppo morfologico dell’animale e, di conseguenza, dello stato “qualitativo” della popolazione. Nel 1934, all’interno del CIC, venne istituita una Commissione con l’incarico di predisporre dei criteri omogenei per la valutazione dei trofei di caccia della selvaggina europea e, nel 1937, a Berlino, si tenne la prima esposizione mondiale. In quell’occasione, per la prima volta, si applicarono le formule di attribuzione di punteggio ai trofei, come sono praticamente utilizzate ancora oggi. L’effetto di questa nuova visione del prelievo venatorio trasferì lentamente l’interesse della maggior parte dei cacciatori dal peso delle “masse muscolari”, alla massa dei palchi, alla lunghezza di corna, di stanghe, di difese, di crani e di pellicce. L’effetto inizialmente fu in parte positivo, ma non mancarono le aberrazioni suscitate da questa nuova cultura, che si tradussero nel mito del trofeo. Si somministrarono, attraverso il foraggio invernale, integratori e stimolatori ormonali, si rinchiusero gli animali in recinti costringendoli ad assumere foraggi controllati con l’unico scopo di ottenere grandi trofei. Gli estremi si toccarono allorché si liberarono in alcun regioni dell’Europa centrale popolate del Capriolo europeo (Capreolus c. capreolus) alcuni esemplari del più robusto Capriolo siberiano (Capreolus pygargus), provvisto di stanghe molto lunghe, affinché con il suo contributo genetico migliorasse i palchi dei soggetti indigeni. Ma, cosa ancora più sorprendente, in quanto avvenuta in tempi recentissimi e sempre allo stesso scopo, è il rilascio in alcune vallate alpine di un certo numero di soggetti maschi di Cervo, probabilmente originari della regione danubiana e provenienti verosimilmente da recinto. Su questo specifico punto invitiamo a leggere il recente volume “Catalogo dei Trofei Nazionali valutati nel 2009” edito dal CIC Italia (Via Sebastiano del Piombo, 19 – 20149 Milano), recensito su questa rivista nel n. 06/2010 (pag. 33). Per saperne di più invitiamo a leggere il testo integrale tratto da “Il Cacciatore Trentino” n. 82, in occasione della 40a edizione speciale su la “Rassegna di gestione unica del Trentino”, a cura di Gianpaolo Sassudelli (Presidente), di Marco Apollonio, Roberta Chirichella, Stefano Grignolio (Dipartimento di Zoologia e Genetica evoluzionistica, Università degli Studi di Sassari) , nonché di Paolo Demartin.
Roma, 15 settembre 2010 – Significativi i risultati emersi dall’indagine demoscopica che CNCN (Comitato Nazionale Caccia e Natura) e Face Italia (Federcaccia, Libera Caccia, AnuuMigratoristi, Enalcaccia) hanno commissionato all’istituto Astra Ricerche sul tema “Gli italiani e la caccia”. Alla base di questo studio c’è la volontà del mondo venatorio di comprendere meglio i sentimenti e le opinioni degli italiani in merito ad un tema caldo ed emotivamente coinvolgente, che troppo spesso non lascia spazio ad un confronto sereno, basato su argomentazioni scientifiche. Per affrontare questo impegno in modo limpido e trasparente, accettando il rischio di risultati non in linea con le aspettative dei cacciatori, è stato scelto un istituto di ricerca indipendente rispetto al tema, qual è Astra Ricerche, presieduto dal sociologo Enrico Finzi. L’indagine commissionata è la più ampia e profonda tra quelle effettuate nel settore, sia per la grandezza del campione che per il numero delle domande. L’intero questionario è a disposizione di chiunque sia interessato. Le precedenti ricerche hanno sempre dato per maggioritari i contrari alla caccia rispetto ai favorevoli, questo studio svela una realtà diversa: la maggioranza degli italiani (55%) non è contraria alla caccia regolamentata e sostenibile. I dati dimostrano che c’è una connessione forte tra la scarsa conoscenza della materia – il 45% dei nostri connazionali non sa niente o quasi dei limiti alla caccia imposti dalle normative attuali; il 28% ne conosce solo alcuni; non più del 27% risulta ampiamente informato – e un’opinione non favorevole alla caccia e ai suoi praticanti. “Questa indagine – afferma il presidente CNCN, Alessandro Tamburini – rappresenta il primo passo di un percorso di conoscenza e analisi che il mondo venatorio vuole intraprendere per meglio comprendere il rapporto della società con l’attività venatoria, valutarne le esigenze e le preoccupazioni per potere dare risposte adeguate sia dal punto di vista dell’informazione che delle iniziative concrete”. “I risultati della ricerca – dichiarano le Associazioni venatorie riunite in FACE Italia – oltre ad essere confortanti e costituire eventualmente un importante presupposto per l’individuazione di nuove e utili strategie di politica venatoria per Face Italia, sono la risposta alla necessità di recuperare una misura indispensabile sulla percezione del tema caccia da parte degli italiani. Soprattutto alla luce dell’uso strumentale di gran parte delle ricerche commissionate già con lo scopo di ottenere un risultato ben prefigurato e quindi quantomeno discutibili sul piano dei metodi e dell’obbiettività. Una base indispensabile sulla quale fondare le richieste e la difesa dei diritti di un mondo venatorio formato da persone responsabili ed equilibrate. E soprattutto lontano da quella immagine stereotipata che vuole i cacciatori vecchi e arretrati. Tanti sono i giovani, colti e dinamici. Un mondo, quello della caccia, inserito nella società, che deve solo riuscire nello sforzo di farsi conoscere meglio”. “L’indagine demoscopica che abbiamo realizzato – specifica Enrico Finzi – è stata la più ampia svolta in Italia sia per vastità del campione (oltre 2000 interviste), sia per numero e tipo di domande: approfondendo meglio del solito questa tematica è emerso che il Paese è ostilissimo alla caccia ‘selvaggia’ ma, in maggioranza, accetta l’attività venatoria normata, limitata, responsabile e sostenibile (che però spesso non sa esistere già). In effetti gli ‘opposti estremismi’ dei cacciatori che rigettano ogni vincolo e degli anti-caccia ‘fondamentalisti’ non ottengono il consenso degli italiani, i quali esprimono una posizione moderata e per così dire ‘centrale’ tra i due estremi”.
Con una lettera datata 28 gennaio 2011 il dr. Miroslav Naidenov, Ministro dell’Agricoltura e dell’Alimentazione della Repubblica di Bulgaria, ha chiesto al Presidente del CIC, Bernard Lozé, di accettare la domanda di iscrizione della Bulgaria nel CIC. “Il CIC è fiero di aver ricevuto la domanda da parte della Repubblica di Bulgaria per divenire Stato membro del CIC, poiché la Bulgaria è un Paese famoso anche per i circoli venatori, con grandi tradizioni nella gestione sostenibile e nella conservazione della fauna selvatica”, sono stati i primi commenti di Bernard Lozé al ricevimento della domanda. “Sono lieto di vedere questa richiesta anche quale risultato delle due visite di alto livello di una delegazione del CIC a Sofia lo scorso anno, quando siamo riusciti ad ottenere degli incontri importanti con il Ministro dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, dr. Miroslav Naidenov, il Primo Ministro della Repubblica di Bulgaria, Boyko Metodiev Borisov, e il Presidente della Repubblica, dr.Georgi Parvanov. Il CIC non vede l’ora di ricevere la delegazione del suo nuovo Stato membro durante l’imminente A.G. di San Pietroburgo (12-15/05/2011) per parlare dei progetti per il futuro e di una proficua collaborazione.”
Il CIC è apparso nel numero speciale della rivista del Parlamento dedicato alla Presidenza ungherese nell’Unione Europea. La pubblicazione è considerata come la voce ufficiale degli europarlamentari e come un importante mezzo di comunicazione tra il Parlamento Europeo, i governi nazionali e i giovani membri della Commissione Europea, e ha un’ottima reputazione tra la stampa politica e i media. Una distribuzione speciale è avvenuta durante un ricevimento per la celebrazione della Presidenza ungherese nell’Unione Europea, il 24 gennaio 2011 presso il Parlamento Europeo, dove è invitato anche il CIC Int., unitamente agli europarlamentari, ai membri senior della Commissione, allo staff diplomatico di Bruxelles e ai membri della Presidenza ungherese.
Per visionare l’articolo completo: www.theparliament.com/digimag/issue319
Il nuovo anno 2011 per il CIC Int. si è aperto il 6 gennaio a Salisburgo con il magnifico concerto di Capodanno, con le melodie scelte anche dalla nostra Organizzazione internazionale e con altri sponsor di un’iniziativa fortemente voluta tre anni orsono dal Past-President, Dieter Schramm, che ha riscosso un successo veramente eccezionale. La presenza è stata di oltre 1.200 attenti spettatori, molti dei quali nei loro tradizionali abiti da caccia, perché la caccia è una componente della società civile di quel Paese e di quell’Europa che, per sua fortuna, non ha nelle proprie istituzioni persone ignoranti di storia, cultura e tradizioni. Con le “Gemme musicali dalla Boemia e da Vienna”, il direttore Hansjörg Angerer, ha preparato un programma unico nel suo genere per il Concerto di Capodanno 2011 eseguito dalla celebre Bläserphilarmonie Mozarteum Salzburg, con musiche sia gioiose che malinconiche, sullo sfondo del meraviglioso paesaggio della Boemia e caratterizzato dall’amore verso la natura. I tesori musicali e i rari pezzi scelti hanno origine nelle leggendarie regioni culturali della Monarchia danubiana, con le sue foreste e i suoi campi. Sebbene le aperture melodiose, le marce e le sequenze di polka e walzer siano tutte legate ai nomi di Johann, Josef e Eduard Strauss, la ben nota musica leggera e popolare della monarchia asburgica sarebbe incompleta senza il contributo dei vari popoli. A questo proposito, sono rilevanti le musiche della Boemia, che hanno accompagnato la nascita e la crescita del sentimento nazionale Ceco, con opere splendide come quelle di Bedřich Smetana, Antonín Dvořák e Leoš Janáček. I concerti della Bläserphilarmonie Mozarteum Salzburg sono regolarmente acclamati e considerati avvenimenti musicali eccezionali da pubblico e critica. «Fresche melodie, sfacciatamente romantiche e davvero spumeggianti» sono state le parole della stampa sulla straordinaria orchestra composta da musicisti di ben 24 Paesi. Dei 13 CD da loro incisi, il più recente contiene sei registrazioni dal vivo (Edizione Gold) ed è stato descritto dalla critica come l’“Olimpo della musica strumentale a fiato”. In questo contesto si sono intrecciati piacevoli colloqui e interessanti proposte d’azione per la caccia in Europa con i vari Capi Delegazioni e i dirigenti e associati di altri Paesi dell’Europa (per l’Italia era presente il Capo Delegazione, avv. Giovanni Bana), che hanno riconfermato la necessità di sviluppare proposizioni operative per un cambiamento anche ai vertici dell’Associazione, sia in sede nazionale che internazionale, con giovani persone altamente capaci e fortemente motivate, che sappiano dialogare al di fuori delle riunioni ufficiali e che sappiano intrattenere in modo continuativo rapporti con la sede di Budapest e con i colleghi presenti nei vari Stati e a diversi livelli interni ed esterni al CIC. La volontà di rinnovamento è ormai evidente nel CIC Int., ancor prima della prossima Assemblea Generale di San Pietroburgo (11-15/05/2011), in quanto anche la Delegazione italiana offrirà questo contributo ricercando persone che veramente vogliano offrire il loro entusiasmo per la Caccia europea. Non possiamo continuare con la fotocopia di una caccia già vissuta, che nulla ci apporterà per il futuro.Per visionare l’articolo completo: www.theparliament.com/digimag/issue319
ANNO 2010
La storia del Re cacciatore, Vittorio Emanuele II, che ha portato all’Unità dello Stato italiano, sarà ricordata in occasione del 150° anniversario nazionale (1861 – 2011) durante l’Assemblea Annuale della Delegazione italiana del CIC, che si terrà sabato 30/o4 e domenica 01/05/2011 nella splendida location del Castello di Racconigi (CN).
Il programma inizierà alle ore 11:00 di sabato con la visita del Parco e alle 12:00 ci sarà l’Assemblea ordinaria della Delegazione, seguita da un buffet all’interno dell’Orangerie del castello; alle ore 15:00 è previsto il Simposio di studi durante il quale interverrà il Past Direttore Generale del CIC Int., Jean Servat, unitamente alle autorità regionali, con la coordinazione del Capo Delegazione del CIC Italia, avv. Giovanni Bana, il Vice-Presidente internazionale, prof. Carlo Alberto Pejrone e il prof. Alberto Quaglino. La prima giornata si concluderà con una cena di gala presso il Grand Hotel Sitea di Torino, dove alloggerà parte degli ospiti e dei partecipanti. Domenica 1° maggio si svolgerà la visita alla magnifica Reggia di Venaria Reale (TO) con un’esibizione dei corni da caccia. La Reggia di Venaria Reale, molto ben restaurata e tornata agli antichi splendori, permetterà ai soci e agli amici del CIC, che amano la cultura, le bellezze del paesaggio e la caccia sostenibile, di trascorrere dei giorni memorabili. La Delegazione del CIC Italia resta a completa disposizione per qualsiasi informazione su questa importante occasione d’incontro: tel. +39 035/243825, fax +39 035/4130350, mail:cicitalia@libero.it, web: www.cicitalia.org
Dopo una lunga storia collaborativa, la FAO e il CIC Int. hanno finalmente sottoscritto un “Protocollo d’Intesa”, al fine di implementare la capacità dei Paesi (soprattutto quelli in via di sviluppo) di conservare e gestire in maniera sostenibile le risorse della fauna selvatica e, perciò, contribuire alla conservazione della biodiversità, della sicurezza alimentare, della salute pubblica e degli animali, dello sviluppo demografico ed economico. “La collaborazione tra FAO e CIC Int. porterà avanti gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e il lavoro di parecchi Accordi Internazionali Ambientali Multilaterali”, ha affermato il Direttore Generale FAO (Operazioni), He Changchui. Tamás Marghescu, Direttore Generale del CIC Int., ha aggiunto: ” La firma del Protocollo d’Intesa segna il primo passo in avanti verso la tanto necessaria creazione di una piattaforma globale per la conservazione e l’utilizzo della fauna selvatica”.
Tra gli obiettivi della collaborazione:
identificare, documentare e diffondere le esperienze di successo e le migliori pratiche di gestione e di conservazione della fauna selvatica, tramite un utilizzo sostenibile;
trovare degli esperti, su richiesta della FAO, che possano contribuire a quei programmi di assistenza tecnica della FAO sull’uso sostenibile, la gestione e la conservazione della fauna selvatica;
favorire reti di esperti professionali nei settori legati alla conservazione della fauna selvatica e all’utilizzo sostenibile delle sue risorse, alla salute degli uomini e degli animali, alla sicurezza alimentare, ecc.;
sviluppare progetti di collaborazione, principalmente (ma non solo) per dimostrare le migliori pratiche, per sperimentare innovazioni e addestrare le risorse umane. Se il CIC riconosce le risorse economiche per l’implementazione di progetti collaborativi, è più facile che la FAO, con la sua esperienza e le capacità disponibili, riesca ad attuare i suoi progetti grazie ad un fondo fiduciario, con o attraverso il CIC;
essere disponibili ad assistere la FAO nell’organizzazione di convegni, seminari, laboratori di addestramento e incontri tecnici su questioni relative all’utilizzo sostenibile e alla conservazione della fauna selvatica e alla salute di uomini e animali, a livello globale, nazionale e regionale. Resta sottinteso che sarà prerogativa della FAO predisporre e finalizzare l’agenda degli incontri e le liste dei partecipanti e trovare le risorse umane;
dimostrare la collaborazione attraverso la partecipazione dei rappresentanti delle Parti ai vari fora dei vari livelli di ciascuna organizzazione;
le Parti collaboreranno anche nel comunicare i risultati del loro lavoro collaborativo tramite comunicati stampa unitari e pubblicazioni comuni nei media pubblici, generali e professionali.
Sabato 6 novembre 2010 la bellissima Abbazia cistercense di Morimondo (MI), che si affaccia in posizione dominante sui boschi della vallata del fiume Ticino, per la prima volta nella sua storia quasi millenaria ha visto la celebrazione della Messa di Sant’Uberto in onore del Santo patrono dei seguaci di Diana e dei cacciatori milanesi. La manifestazione, organizzata dall’Assessorato alla Caccia della Provincia di Milano in collaborazione con la Delegazione italiana del CIC, ha potuto usufruire dell’accompagnamento musicale del Gruppo dei corni da caccia di Lana (BZ), il cui suono potente è risuonato sotto le volte maestose dell’antico edificio, richiamando numerosissimi cacciatori con le loro famiglie, amici e simpatizzanti, oltre che visitatori del complesso abbaziale che hanno colto l’occasione per assistere a una funzione senza dubbio inconsueta. Nella sua omelia il parroco Don Mauro Lai si è soffermato ampiamente sulla figura del cacciatore quale fedele vicino a Dio nell’ambito della sua frequentazione della natura, per svolgere un’attività spesso, oggigiorno, non compresa dall’opinione pubblica, la quale è invece retaggio di valori umani risalenti a epoche primordiali, allorché cacciare in gruppo significava fiducia e amicizia reciproche, con una rimessa incondizionata della propria vita nelle mani dei compagni. La caccia moderna, se da un lato ha perso ovviamente i significati legati alle necessità alimentari, ha infatti per contro conservato tutti gli altri elementi di più elevato valore simbolico: una valenza culturale chiaramente rievocata dalla commemorazione di Sant’Uberto, la cui conversione nel corso di una battuta di caccia, suscitata dall’apparizione di un cervo con il crocefisso tra i palchi (in ripresa della precedente vicenda di Sant’Eustachio), è passata alla storia e non soltanto della Chiesa. Al termine della celebrazione e a suo suggello, è stata letta la Preghiera del Cacciatore, che gode di approvazione ecclesiastica sin dal 1991. Tra le autorità presenti l’Assessore provinciale Luca Agnelli, il Sindaco di Morimondo, Marco Natale Marelli, il Comandante della Stazione dei Carabinieri di Motta Visconti, Ascanio Bonsignori, i Presidenti degli ATC 1 Milano Est e 2 Milano Ovest, Arch. Gianraffaele Congiunti e Ing. Graziano Barbaglia, i Presidenti provinciali delle associazioni venatorie, Dr. Rodolfo Grassi di Federcaccia e Salvatore Conti di Libera Caccia, Daniele Testa in rappresentanza dell’Enalcaccia e Giuseppe Cricelli in rappresentanza dell’Italcaccia. Per il CIC Italia, presente il Segretario Generale, Dr. Massimo Marracci, in rappresentanza del Capo Delegazione Avv. Giovanni Bana e tra gli organizzatori della sacra manifestazione.
La base di partenza del viaggio culturale del CIC 2011 sarà Vienna, con escursioni giornaliere in pullman (ca. 2 ore e mezza per ogni escursione) nei Paesi vicini: Austria, Ungheria e Slovacchia. Il numero massimo di partecipanti è di 50 e le iscrizioni avverranno in base all’ordine di ricevimento.
Date:
I partecipanti dovranno giungere a Vienna entro al massimo le ore 15:00 di giovedì 16/06/2011 e la ripartenza da Vienna avverrà dopo le 16:00 di domenica 19/06/2011.
Punti salienti del programma:
Tour guidato e cena a lume di candela al palazzo del Museo Liechtenstein di Vienna.
Tour guidato della cittadina di Sopron seguito da una visita e da un concerto nel palazzo Esterházy a Fert?d in Ungheria.
Visita alla mostra Caccia e Natura a Nitra, in Slovacchia, che si svolge solo una volta ogni cinque anni.
Visita, pranzo e danze tradizionali presso il Museo del CIC a Palarikovo, sempre in Slovacchia.
Esibizione della famosa e rinomata Scuola Ippica di Vienna.
Per iscriversi:
Inviare un’e-mail aJozsef.karolyi@bluewin.ch e versare l’importo di € 250,00 (a persona) sul seguente conto:
József Károlyi – Die Erste
IBAN: AT 98 2011 1000 3508 7471
BIC: GIBAATWWXXX
Causale: Il vostro nominativo e la dicitura “Viaggio CIC 2011”
Cosa è incluso, cosa non è incluso
La quota d’iscrizione comprende tutti i trasporti, le entrate, le esibizioni, pranzi e cene.
Non sono inclusi, invece, il costo dell’Hotel (€ 175,00 – camera doppia), la cena della serata libera e il viaggio a Vienna.
Conferma:
I partecipanti riceveranno conferma dell’iscrizione unitamente ad un programma più dettagliato, dopo la ricezione del pagamento.
Il Capo della Delegazione francese, Victor Scherrer, ha aggiornato durante la riunione sulla costituenda U.p.M. (Unione per il Mediterraneo), con la partecipazione del CIC Int., sull’opera svolta e sugli ultimi sviluppi del progetto U.p.M. In particolare ha sottolineato che i quattro progetti del CIC (Cervus barbarus; uccelli migratori; strategia mediterranea sul cinghiale; monitoraggio sanitario sulla selvaggina e loro carni) sono i soli progetti presentati ad oggi e, quindi, vi sono ottime possibilità per il loro accoglimento. Si sono poi esaminati dei singoli progetti. E’ stato approvato e finanziato il progetto sul “Cervus e. barbarus” che prevede uno studio sullo stato della attuale popolazione (circa 1.500 cervi) che si trova al confine tra la Tunisia e l’Algeria. Va sottolineata l’importanza di tale “popolazione relitta”, che rappresenta l’unico cervo esistente nel Continente africano. Il Marocco sembrerebbe interessato a tale progetto per una eventuale introduzione o reintroduzione in quel Paese. Tale aspetto andrà chiarito appena possibile con la Delegazione marocchina. Il progetto, come concordato preventivamente, è stato finanziato dalla delegazione francese, italiana e spagnola. La relazione sul C.e barbarus verrà fatta in lingua francese e dovrà esser depositata in tempo utile per essere presentata alla prossima Assemblea del CIC a San Pietroburgo. Per quanto riguarda il progetto sugli “uccelli migratori ” che interessano l’area mediterranea il Capo Delegazione francese ha detto che tale progetto sarà definito dalla Delegazione italiana. La Delegazione francese è disposta, fin da ora, ad appoggiare e collaborare a tale progetto, mettendo a disposizione O.N.C.F.S. e l’Osservatorio ornitologico della Tour de Vallat. Il rappresentante dell’O.N.C.F.S. ha confermato la sua disponibilità. Si è parlato poi degli altri due progetti (strategie mediterranee sul cinghiale e monitoraggio sanitario sulla selvaggina e loro carni), senza però entrare nel merito e prendere delle decisioni consequenziali. Il giorno successivo, 29 ottobre, i componenti il gruppo sono stati ricevuti puntualmente all’Eliseo da Bernard Ribiollet e da Sig.na Julia Jordan della Presidenza della Repubblica, incaricati del Progetto U.p.M., ai quali sono stati esposti i nostri progetti, che sono stati apprezzati e ci hanno confermato che sono gli unici progetti presentati ad oggi. Per l’Italia era presente il socio avv. Michele Popper, che segue da vicino il susseguirsi di queste riunioni.
Anche nel lontano Giappone si parla dei tre chioccolatori dell’AECT (Association Européenne des Chasses Traditionelles) che, grazie al CIC International e alla sua Delegazione italiana, hanno potuto partecipare alla Cerimonia di Consegna del prestigioso Premio Markhor, in occasione dell’importante Convegno Internazionale sulla Diversità Biologica (CBD), svoltosi a Nagoya dal 20 al 27 ottobre 2010, offrendo oltreoceano una splendida presentazione della tradizione del Chioccolo (imitazione del canto degli uccelli), molto diffusa nei Paesi del Bacino del Mediterraneo. La stampa locale giapponese ne ha ampiamente parlato con ammirazione e curiosità, come dimostra la foto allegata.
Invero, CIC e FACE, insieme ad altre organizzazioni venatorie internazionali di alto livello, hanno partecipato allo straordinario evento con la massima attenzione riguardo ad un tema che ci interessa tutti da vicino, per la nostra futura esistenza sul territorio, e cioè la conservazione della Biodiversità. E, per dimostrare che Biodiversità non significa solo cura e gestione del territorio, la Delegazione Italiana del CIC, in accordo con la Sede centrale di Budapest e l’AECT, ha inviato nel Paese del Sol Levante tre chioccolatori di eccellenza, gli italiani Graziano Manganelli ed Ettore Scabin e la giovanissima francese, Serena Caffo, per diffondere le tradizioni che sono parte di questa biodiversità. Dinnanzi ad oltre 500 persone di ogni nazionalità, questi tre artisti si sono esibiti in una serie di magnifiche imitazioni di canti degli uccelli europei, facendo letteralmente impazzire i presenti con le loro melodie e ponendo alla loro attenzione le nostre cacce tradizionali del Bacino del Mediterraneo. “E’ stato un vero successo”, scrive Tamás Marghescu, Direttore Generale del CIC International, in una lettera al Capo Delegazione CIC Italia, avv. Giovanni Bana, che conclude con questa significativa frase: “Thank you Maitre Bana for the support, which brought the tradition of hunters closer to the nature conservation people of the world”, e cioè, “Grazie, Avvocato Bana, per il sostegno, che ha avvicinato ancor di più le tradizioni venatorie al popolo di tutto il mondo nella lotta per la conservazione della natura”). A Nagoya CIC e FACE hanno anche ribadito che il ruolo dei cacciatori è uno strumento essenziale per la conservazione e, a tal proposito, il Manifesto preparato da FACE per la biodiversità rappresenta una notevole piattaforma per un movimento globale dei cacciatori, proprio a sostegno di questa biodiversità. Il Premio Markhor del CIC International riconosce e celebra i progetti e le azioni legate alla conservazione della biodiversità e, quest’anno, è stato vinto dal Pakistan con il Programma di Conservazione di Torghar (TCP) della Società per la Protezione Ambientale di Torghar (STEP). La cerimonia è stata davvero un grande successo ed è stata resa ancor più apprezzata dalla presenza dei tre campioni di chioccolo europei. La Caccia è senza frontiere e chi la fa conoscere, più che difenderla, deve andare oltre la piccola visione dell’orticello di casa propria, diffondendo la conoscenza della cultura e delle tradizioni di un’Europa e di un Mediterraneo, berceau di vecchie tradizioni, ma sempre nuove se vissute intelligentemente.
Roma, 15 settembre 2010 – Significativi i risultati emersi dall’indagine demoscopica che CNCN (Comitato Nazionale Caccia e Natura) e Face Italia (Federcaccia, Libera Caccia, AnuuMigratoristi, Enalcaccia) hanno commissionato all’istituto Astra Ricerche sul tema “Gli italiani e la caccia”. Alla base di questo studio c’è la volontà del mondo venatorio di comprendere meglio i sentimenti e le opinioni degli italiani in merito ad un tema caldo ed emotivamente coinvolgente, che troppo spesso non lascia spazio ad un confronto sereno, basato su argomentazioni scientifiche. Per affrontare questo impegno in modo limpido e trasparente, accettando il rischio di risultati non in linea con le aspettative dei cacciatori, è stato scelto un istituto di ricerca indipendente rispetto al tema, qual è Astra Ricerche, presieduto dal sociologo Enrico Finzi. L’indagine commissionata è la più ampia e profonda tra quelle effettuate nel settore, sia per la grandezza del campione che per il numero delle domande. L’intero questionario è a disposizione di chiunque sia interessato. Le precedenti ricerche hanno sempre dato per maggioritari i contrari alla caccia rispetto ai favorevoli, questo studio svela una realtà diversa: la maggioranza degli italiani (55%) non è contraria alla caccia regolamentata e sostenibile. I dati dimostrano che c’è una connessione forte tra la scarsa conoscenza della materia – il 45% dei nostri connazionali non sa niente o quasi dei limiti alla caccia imposti dalle normative attuali; il 28% ne conosce solo alcuni; non più del 27% risulta ampiamente informato – e un’opinione non favorevole alla caccia e ai suoi praticanti. “Questa indagine – afferma il presidente CNCN, Alessandro Tamburini – rappresenta il primo passo di un percorso di conoscenza e analisi che il mondo venatorio vuole intraprendere per meglio comprendere il rapporto della società con l’attività venatoria, valutarne le esigenze e le preoccupazioni per potere dare risposte adeguate sia dal punto di vista dell’informazione che delle iniziative concrete”. “I risultati della ricerca – dichiarano le Associazioni venatorie riunite in FACE Italia – oltre ad essere confortanti e costituire eventualmente un importante presupposto per l’individuazione di nuove e utili strategie di politica venatoria per Face Italia, sono la risposta alla necessità di recuperare una misura indispensabile sulla percezione del tema caccia da parte degli italiani. Soprattutto alla luce dell’uso strumentale di gran parte delle ricerche commissionate già con lo scopo di ottenere un risultato ben prefigurato e quindi quantomeno discutibili sul piano dei metodi e dell’obbiettività. Una base indispensabile sulla quale fondare le richieste e la difesa dei diritti di un mondo venatorio formato da persone responsabili ed equilibrate. E soprattutto lontano da quella immagine stereotipata che vuole i cacciatori vecchi e arretrati. Tanti sono i giovani, colti e dinamici. Un mondo, quello della caccia, inserito nella società, che deve solo riuscire nello sforzo di farsi conoscere meglio”. “L’indagine demoscopica che abbiamo realizzato – specifica Enrico Finzi – è stata la più ampia svolta in Italia sia per vastità del campione (oltre 2000 interviste), sia per numero e tipo di domande: approfondendo meglio del solito questa tematica è emerso che il Paese è ostilissimo alla caccia ‘selvaggia’ ma, in maggioranza, accetta l’attività venatoria normata, limitata, responsabile e sostenibile (che però spesso non sa esistere già). In effetti gli ‘opposti estremismi’ dei cacciatori che rigettano ogni vincolo e degli anti-caccia ‘fondamentalisti’ non ottengono il consenso degli italiani, i quali esprimono una posizione moderata e per così dire ‘centrale’ tra i due estremi”.
Bruxelles, settembre 2010. Alla sua 44^ Assemblea Generale, svoltasi a Bruxelles l’11 settembre scorso, la FACE e i rappresentanti delle Associazioni europee ad essa aderenti hanno confermato le loro posizioni comuni in merito alla biodiversità, alla Politica Agricola Comune (PAC) e alla necessità di rinforzare la loro collaborazione a livello regionale. Ancor prima di sviluppare la strategia UE post 2010 e prima della Conferenza degli aderenti alla Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD), che si svolgerà a Nagoya (Giappone) in ottobre, FACE e i suoi membri stanno preparandosi al dibattito sulla biodiversità, attraverso il Manifesto della Biodiversità, che si fonda su otto temi centrali a cui i cacciatori stanno attualmente contribuendo con importanti attività reali e tangibili. Nel suo contributo al dibattito sulla riforma della PAC del 2013, FACE e i suoi membri sono giunti unanimemente all’idea di sviluppare una forte politica agricola europea, riconoscendo il ruolo fondamentale dell’agricoltura e degli agricoltori, sia all’interno della società, sia nella gestione del paesaggio. FACE e i suoi membri concordano sul fatto che le normative della PAC dovrebbero essere sufficientemente consolidate, flessibili, diversificate, facili da applicare e meno burocratiche. Ulteriori sviluppi della PAC dopo il 2013 devono promuovere e migliorare le richieste di un’agricoltura multifunzionale, così come una generale comprensione, da parte del pubblico, delle richieste di una politica agricola. Tutti coloro che sono coinvolti – compresi i cacciatori – nel paesaggio agricolo, trarranno dei benefici da una PAC riformata, che si focalizzerà sulla conservazione e il ristabilimento della biodiversità in un paesaggio agricolo europeo molto variegato. Per stimolare l’internazionale solidarietà tra i cacciatori di tutte le parti d’Europa, FACE e i suoi membri concordano sulla necessità di rafforzare la collaborazione a livello regionale. Come esposto durante l’Assemblea Generale, un primo incontro formale ha avuto luogo a luglio 2010, quando una delegazione dell’Unione dei Cacciatori Nordici (Nordic Hunters’ Cooperation) ha accettato l’invito di FACE Med per visitare il Nord e Centro Italia, al fine di conoscere e capire di più sulla caccia e i cacciatori nelle regioni mediterranee. Si è concordato sul fatto che questo tipo di incontri non aiuta solo le differenti regioni a comprendersi meglio tra loro, ma rafforza e arricchisce anche la FACE, poiché i temi trattati e le esperienze apprese da questi meeting lasciano sempre una forte impronta alla FACE in Bruxelles. Rivolgendosi ai delegati delle associazioni e agli altri ospiti speciali – compresi Véronique Mathieu, Presidente dell’Intergruppo “Caccia Sostenibile, Biodiversità, Attività Rurali, Agricoltura e Foreste” al PE, Michl Ebner, precedente Presidente dell’Intergruppo, e Bernard Lozé, Presidente del CIC Int. – il Presidente di FACE, Gilbert De Turckheim, ha affermato: “la biodiversità è una politica pubblica di alto livello che quest’anno sta ricevendo una considerevole attenzione, soprattutto perché il 2010 è l’Anno della Biodiversità. I cacciatori, comunque, stanno già facendo molto e continueranno a farlo.” Ha poi così proseguito: “la riforma della PAC deve continuare a sostenere gli agricoltori e tutti coloro che sono coinvolti nella ruralità ma, allo stesso tempo, non deve trascurare la biodiversità. I cacciatori restano impegnati nell’arrestare la perdita di biodiversità e, grazie ad una PAC migliorata e rafforzata che tiene conto dell’importanza della biodiversità, la salvaguardia del futuro della campagna europea rimarrà sempre una priorità.”
Il CIC piange la scomparsa di Gilberto Vicente, il Guardiano della Riserva Speciale di Maputo nel Mozambico. E’ stato assassinato da sconosciuti il 25 luglio scorso. Il 39enne mozambicano tornava dal lavoro in tarda serata dalla sua Riserva verso Maputo, quando sei criminali hanno fatto un’imboscata alla sua macchina e l’hanno ucciso con otto colpi di pistola e di fucile; il suo compagno di viaggio, Carlos Nunes, è rimasto ferito. Gli assassini hanno abbandonato la scena del crimine con varie auto senza rubare nulla e ciò conferma la teoria della polizia che sia stato un omicidio su commissione, dal momento che Vicente rappresentava una spina nel fianco per i cacciatori di frodo. Vicente è entrato a far parte della Divisione Natura del CIC nel 1998 e ha lavorato come Guardiano nel Parco Nazionale di Limpopo prima di diventare Guardiano della Riserva di Caccia di Niassa. In questa posizione Vicente è stato strettamente legato allo sviluppo del Corridoio di Selous-Niassa. Insieme ai suoi colleghi della Tanzania, e per conto della Riserva Nazionale di Niassa, ha ricevuto il Premio Markhor del CIC nel Maggio del 2008 a Bonn durante il 9° Meeting della Conferenza degli aderenti alla Convenzione CBD. Il CIC ha consegnato questo Premio per i grossi sforzi nella creazione di un’area di conservazione di 120.000 Km² sul confine tra Mozambico e Tanzania e, in particolare, per la salvaguardia della biodiversità attraverso l’uso sostenibile della natura. Il CIC ha conosciuto Gilberto come guardia e conservazionista molto esperto, un professionista, un gran lavoratore e una grande persona della massima integrità, sempre con il sorriso in faccia. Per alcuni di noi che hanno collaborato con lui nello sviluppo del Corridoio di Selous-Niassa, Gilberto non era solo un collega ma anche un caro amico. Noi tutti del CIC esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alla sua famiglia, in particolare a sua moglie e ai suoi tre figli. Possa riposare in pace. Ci mancherà moltissimo. Il CIC porge, inoltre, i suoi migliori auguri a Carlos Nunes per una rapida e completa guarigione. I guardiacaccia in molte località dell’Africa combattono ogni giorno il bracconaggio e altre minacce alla conservazione in condizioni molto difficili e, spesso, con mezzi molto limitati. Proprio recentemente due guardie sono state assassinate nelle aree di conservazione in Etiopia. Il CIC lancia un appello ai Governi africani perché forniscano alle guardie i migliori equipaggiamenti, l’assistenza legale e perché li addestrino nel modo migliore in questo pericoloso e importante lavoro nella natura africana.
La Direttiva Uccelli è stata sottoposta a un esercizio di codificazione ed è stata pertanto associata a un nuovo riferimento: da oggi sarà la Direttiva 2009/147/EU del 30 novembre 2009. Non sono intervenute modifiche sostanziali che possano incidere sulla sua applicazione. La nuova versione rappresenta semplicemente un consolidamento degli emendamenti precedenti. Gli allegati, ad esempio, sono stati aggiornati, alcuni “considerando” e la dicitura di diversi articoli sono stati cambiati al fine di incrementare l’accuratezza e rendere più agevole la lettura del testo. La nuova versione è disponibile sul sito:
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2010:020:0007:0025:IT:PDF
Quando Torstein Moland, Presidente dei cacciatori norvegesi, aveva richiesto in una riunione del Comitato Direttivo della FACE, a Bruxelles, di conoscere meglio la realtà venatoria dei Paesi del Sud dell’Europa, aveva colto nel segno perché, dopo le intense giornate di incontri, anche sul territorio, con la Delegazione di FACE Italia i problemi venatori della nostra Penisola, al di là di quelli prettamente “italo-italiani”, si sono verificati essere all’incirca gli stessi di quelli da loro vissuti vent’anni orsono, prima di riunirsi in una grande unica organizzazione (oltre quelle, ovviamente, nazionali) tra Finlandia, Svezia, Norvegia, Danimarca e Islanda, ossia l’efficientissima Nordic Hunters’ Cooperation. Risolti i problemi con il pragmatismo che li contraddistingue e con la formazione di membri di alta professionalità (in Italia forse non stanno sulla metà delle dita di una mano), che li fa essere portatori di idee e di progetti al di fuori di mere parole e di affermazioni che non reggono lo spazio di un mattino tutto nostrano, abbiamo potuto apprezzare la loro gestione del territorio, la loro perfetta organizzazione associativa, la loro capacità propositiva con il mondo politico e istituzionale, assolutamente liberi dalle loro concezioni personali. Sembrava di respirare un’aria nuova in questo proficuo incontro, iniziato nell’ampia sala delle riunioni dell’Osservatorio Ornitologico di Arosio (Como) della FEIN, che aveva messo a disposizione la sua struttura (visitata in ogni sua parte e vivamente apprezzata quale “unicum” per le sue secolari strutture arboree risalenti al 1700) e il suo staff per questa giornata. Si è così avviato un fitto scambio di impressioni in cui Gianluca Dall’Olio (F.I.d.C.) ha dettagliatamente presentato la legge italiana sulla caccia, ormai datata nel tempo e bisognosa di quei necessari cambiamenti, sottolineati pure dagli stessi rappresentanti nordici per ovvie considerazioni relative, anche e soprattutto, alle nuove normative europee. Marco Castellani (ANUUMigratoristi) ha, invece, proseguito sulla conoscenza dei rapporti con il mondo agricolo, presentata con quel pragmatismo che lo contraddistingue anche sulle norme europee. Giovanni Bana (vice-Presidente FACE, nonché Capo Delegazione del CIC Italia) ha, quindi, proposto i punti salienti emersi per la lunga e articolata “tavola rotonda”, in cui sono pure intervenuti il Segretario Generale FACE, Yves Lecocq, e il tecnico ornitologo, Giuseppe Micali, ottimi collaboratori pure a sostegno per le necessarie traduzioni a supporto dei molti altri temi trattati: gli esami venatori, la presenza dei giovani e quella femminile, il mondo agricolo, la biodiversità, la caccia sostenibile e la relativa carta europea, l’analisi dei prelievi e le statistiche con la determinante presenza del mondo venatorio, il rapporto con la parte più intelligente dell’ambientalismo serio, le manifestazioni europee delle giornate di Nature propre (Verde Pulito) o quelle di Caccia in Cucina, l’applicazione della Guida Interpretativa della Commissione UE, il valore delle tradizioni senza essere dei tradizionalisti, lo scambio di giovani cacciatori e di dirigenti venatori. Questo dibattito è continuato nei successivi incontri sul territorio durante la visita all’Azienda Faunistica Il Mortone di Zelo Buon Persico (LO), accolti dal suo concessionario, Ovidio Brambilla (Presidente della EPS Lombardia), e dai suoi tecnici, dove la buona gestione di un impareggiabile habitat faunistico, conciliata con un razionale prelievo, ha fornito l’immagine di quanto si possa fare anche nei territori al di fuori di questo modello della nostra quotidiana esperienza venatoria. Il Lago di Massaciuccoli (PI), con la visita alle due zone, quella protetta e quella ancora aperta alla caccia con gli appostamenti fissi, è stata un esempio concreto di esperienza toscana, da imitare anche per la presenza dell’Osservatorio Ornitologico FEIN. Si è proseguito con la visita all’articolata biodiversità del Parco Naturale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli dove, dal piccolo Culbianco al più grande Airone rosso in stabile dimora con Daini e Cinghiali in un sottobosco da urlo per la sua bellezza, sono stati elementi che hanno ancora di più fatto apprezzare la nostra italica differenza naturale, tutta da conoscere e da vivere unitamente alla cucina mediterranea e alla bellezza di una cultura delle nostre eccellenze storiche, compendiate nella visita alla Piazza dei Miracoli di Pisa. Questi ospiti stranieri dei Paesi nordici – Mikael Antell (FIN), Henrik Frost Rasmussen (DK), Martin Højsgaard (DK), Lauri Kontro (FIN), Yves Lecocq (B), Torstein Moland (NOR), Torsten Mörner (SVE) – hanno, infine, apprezzato la sera del 24 luglio con l’eccezionale rappresentazione, nel grande teatro all’aperto di Torre del Lago, delle melodie di Giacomo Puccini, il grande maestro che soleva dire che sempre avrebbe amato la sua Torre e il suo padule che alla grandezza per le sue indimenticabili ispirazioni, che ancora ci rapiscono il cuore, gli davano la possibilità di amare la CACCIA, la sua e la nostra caccia, che sarà d’ora in avanti compresa maggiormente anche dai Paesi del Nord di questa grande Europa, ora sicuramente più vicina alle nostre tradizioni venatorie.
FACE Med, in collaborazione e con il patrocinio della Provincia di Bergamo, ha organizzato presso l’Una Hotel del capoluogo bergamasco il Convegno internazionale “Sulle Ali dei Tordi, come mantenerli senza approfittarne” nel corso del quale le quattro specie cacciabili in Italia (Tordo bottaccio, Tordo sassello, Cesena e Merlo) sono state analizzate e discusse da un punto di vista tecnico-scientifico, grazie all’apporto dei numerosi e qualificati relatori appartenenti al mondo della ricerca e delle Università. Ed è stata proprio questa la principale novità rispetto ad eventi analoghi del passato, ossia il rigoroso approccio scientifico che ha contraddistinto l’assise, cui ha partecipato una platea forte di più di 100 persone, tra esponenti di associazioni venatorie e ATC/CA bergamaschi, rappresentanti istituzionali della Regione Lombardia e delle Province lombarde, ornitologi e studiosi dell’avifauna selvatica, amministratori. Lo svolgimento dei lavori ha così consentito, da un lato, di apprezzare le molte indagini in atto su queste specie di elevato interesse venatorio nell’intero Bacino del Mediterraneo e, dall’altro, di ricavarne dalla viva voce dei relatori le più recenti stime di consistenza e il loro reale stato di conservazione, che si è confermato come tra i più favorevoli nel panorama delle specie di uccelli cacciabili nei paesi dell’UE, ai sensi della Direttiva 79/409/CEE. Dopo i saluti di benvenuto, portati dall’Assessore provinciale di Bergamo alla Caccia, Pesca e Sport, Alessandro Cottini, e dall’Assessore regionale all’Agricoltura, Giulio De Capitani, si sono registrati gli interventi, molto significativi sul piano propositivo, di Angus Middleton, Direttore generale della FACE di Bruxelles, di Joseph Van Der Stegen, funzionario della Commissione europea DG Ambiente, e di Véronique Mathieu, Presidente dell’Intergruppo “Caccia Sostenibile, Biodiversità, Attività Rurali, Agricoltura e Foreste” del Parlamento Europeo. Sul palco si sono poi succeduti il prof. Przemyslaw Busse, dell’Università di Danzica, e Katarzyna Stepniewska-Nowak con Krzysztof Stepniewski, della sua équipe; Alexandre Czajkowski, responsabile ricercatore dell’OMPO/Oiseaux Migratéurs du Paléarctique Occidentale; Anna Gaginskaya e Julia Boyarinova, della Società di Ornitologia dell’Università di San Pietroburgo; Giuseppe Micali, del Comitato scientifico della FEIN/Fondazione Europea Il Nibbio; Jean-Claude Ricci, Direttore dell’IMPCF/Istituto Mediterraneo per il Patrimonio Cinegetico e Faunistico; Michele Sorrenti, Responsabile dell’Ufficio Migratoria di Federcaccia; Carlo Romanelli, di UCIM/Unione Cacciatori Italiani Migratoristi; Fernando Spina, Dirigente di ricerca – Centro nazionale di inanellamento dell’ISPRA. I compiti e propositi gestionali delle Regioni sono stati testimoniati da Vittorio Vigorita, Responsabile della Pianificazione faunistica e venatoria della Regione Lombardia, e Paolo Banti, Dirigente dell’Ufficio Caccia della Regione Toscana. In chiusura, Walter Sassi, ornitologo e inanellatore della FEIN, ha reso una sintesi delle ricerche effettuate sui Turdidi. Come hanno voluto sottolineare, in conclusione dei lavori, il Vice Presidente di FACE, Giovanni Bana, moderatore del convegno, e Massimo Marracci, Segretario generale del CIC Italia, occorre ora che il mondo venatorio italiano sappia porsi come valido interlocutore a sostegno e collaborazione del mondo scientifico, partecipando unitariamente ai progetti attuali e futuri, sia per una necessità di conservazione delle popolazioni selvatiche che implichi un loro razionale utilizzo, ma anche per consentire alle culture locali delle diverse regioni europee di perpetuarsi, rivendicando le loro multiformi identità, pur nel rispetto delle norme comunitarie. Durante il Convegno si sono alternati alcuni momenti di piacevole ascolto dei quattro Grandi Turdidi europei, imitati in modo impareggiabile da un gruppo di imitatori (chioccolatori) che recentemente hanno consentito alla squadra nazionale italiana di aggiudicarsi un totalitario primo premio in tutte le classifiche. Anche questo fa cultura delle tradizioni senza essere tradizionalisti.
Bergamo chiama Bruxelles con voce forte e chiara e si attende una risposta che lo sia altrettanto.
La Provincia di Arezzo, che è stata insignita nel 2008 del Premio CIC “Edmond Blanc”, ha voluto ringraziare per la rilevante azione svolta, quale Presidente internazionale del CIC, Dieter Schramm, che ha recentemente lasciato tale incarico ed è stato nominato Presidente Onorario dell’importante organizzazione internazionale. Ottima attestazione da parte di una Provincia di eccellenza il cui Presidente, Roberto Vasai, è sempre stato vicino ai problemi dell’ambiente, dell’agricoltura e della caccia, nel più ampio contesto della ruralità.
Il Corso informativo sulla Direttiva UE “Carne di selvaggina”, dopo il primo incontro tenutosi il 26 febbraio scorso a Milano, presso la Regione Lombardia, è proseguito con la seconda sessione presso la sede del CeRMAS (Centro di Referenza Nazionale per le Malattie degli Animali Selvatici) in Aosta. Coordinato dal Capo Delegazione del CIC Italia Avv. Giovanni Bana e dal Segretario generale Dott. Massimo Marracci, insieme al Direttore del CeRMAS Dott. Riccardo Orusa, il seminario ha proseguito nell’analisi in precedenza avviata sul contributo che i cacciatori possono offrire nel monitoraggio e sorveglianza delle patologie della fauna selvatica. Un’attività che richiede di potersi avvalere di cacciatori formati e informati che garantiscano affidabilità e soprattutto capacità di riconoscere situazioni di allarme, pur senza dover diventare medici veterinari né tanto meno sottraendo tale ruolo ai professionisti del settore veterinario. Il corretto trattamento delle carcasse della selvaggina abbattuta, anche in vista della crescente importanza del consumo di tali carni nella ristorazione al pubblico, è infatti oggi assolutamente necessario, dovendo diventare patrimonio comune del mondo venatorio. La platea specializzata presente – tra cui tecnici e funzionari di Province (per la Provincia di Milano Luigi Guzzi, Capo Staff dell’Assessore alla Caccia Luca Agnelli), medici veterinari delle ASL, rappresentanti del CIC Italia, funzionari del Ministero delle Politiche Agricole (tra cui la Dott.ssa Anna Maria Bianchi e Stefano D’Ambrosi) e dirigenti della caccia della Valle d’Aosta – ha così apprezzato sia l’introduzione sulla valenza sociale dell’attività venatoria svolta dal Sen. Fosson e dal Presidente del Comitato Caccia della Valle d’Aosta Alessandro Durand, che le valutazioni e gli indirizzi espressi dagli autorevoli relatori: il Dott. Francesco Marucci dirigente veterinario della ASL Torino 3; il Dott. Giulio Gridavilla, il Dott. Massimo Campagnani e il Dott. Oscar Gandola della ASL di Como; il Dott. Riccardo Orusa e la Dott.ssa Serena Robetto, veterinaria borsista del CeRMAS; il Dott. Marco Giacometti, veterinario e rappresentante della Confederazione dei Cacciatori Svizzeri. Di primaria importanza sono stati l’excursus sulle normative vigenti del settore, ovviamente ben note agli addetti ai lavori, ma generalmente poco conosciute dai cacciatori, nonché l’illustrazione degli aspetti propriamente didattici, come il DVD allestito dalla ASL di Como sulle corrette procedure di trattamento e conservazione delle spoglie degli Ungulati, anche per il conferimento alle autorità preposte degli organi interni necessari per gli esami sanitari. Certo è che il quotidiano impegno di campo dei veterinari deve trovare il corrispondente supporto da parte dei cacciatori formati, al fine di puntare insieme al primario obiettivo della conoscenza. Al termine dei lavori, il personale di ricerca in servizio presso il CeRMAS ha accompagnato i partecipanti a una visita guidata delle strutture tecnico-scientifiche del Centro, assolutamente all’avanguardia nel panorama europeo e internazionale. Tutti si sono poi trasferiti in Val di Rhêmes, in località Rhêmes-Notre-Dame presso il suggestivo e caloroso Hotel Granta Parey, alle porte del Parco nazionale del Gran Paradiso, per l’effettuazione di un’appassionante escursione sul campo alla ricerca di stambecchi, camosci e marmotte. Per il futuro, allo scopo di concretizzare in attività pratiche quanto teoricamente auspicato durante le due sessioni del corso, è allo studio una convenzione tra CIC Italia e CeRMAS che possa trovare omogenea applicazione nelle diverse regioni e province italiane.
Nel 1970 i Lupi si erano praticamente estinti in Svezia e in Scandinavia, ma una grossa quantità di lupi è però rimasta in Russia, Finlandia e nell’Europa dell’Est e in seguito le cifre sono aumentate in modo costante. Nel 2009 il Parlamento ha deciso di limitare la popolazione dei Lupi a 210 esemplari per un periodo di quattro anni.
Quest’anno l’Agenzia Svedese per la Protezione Ambientale ha rilasciato una licenza per 27 Lupi per cinque contee. I regolamenti per la caccia al Lupo seguono le direttive europee per un prelievo strettamente controllato.
La caccia al Lupo è stata fortemente dibattuta dai media, ma i sondaggi hanno dimostrato che la maggioranza delle persone in Svezia è favorevole, sebbene vi siano ovviamente delle differenze tra le opinioni di chi vive in campagna e chi vive in città.
Molti, come sempre, i delegati italiani alla Assemblea Generale del CIC Int., questa volta tenutasi a Dubrovnik (Croazia), magnifica sede azzurra per il Mare Adriatico e verde per un paesaggio che rappresenta un tipico esempio della Biodiversità, tema su cui si sono incentrati, nei vari settori, gli interventi minuziosi ed esaustivi dei singoli relatori, dove il Mediterraneo è stato sempre indicato quale punto di riferimento qualificante negli elaborati presentati. Si è parlato di ricerca scientifica, senza la quale con gli altri elementi tipici della ruralità, non si possono acquisire argomenti fondamentali per una “caccia sostenibile”, che ha avuto un’ampia rappresentazione da parte dei molti oratori che si sono succeduti sul palco dell’Hotel Croazia, in tali giorni sede della caccia mondiale. Uno dei momenti importanti dell’assise venatoria è stato il rinnovo anticipato della presidenza del CIC Int., al massimo del suo splendore organizzativo da 11 anni, con il Presidente uscente Dieter Schramm, applaudito al momento del passaggio del “testimone”, con una prolungata standing ovation, nelle mani del francese Bernard Lozé, per cui non vi è stata nemmeno la necessità di pervenire alle elezioni, evidenziando la massima conferma della continuità nella gestione del nostro organismo, sia nel gruppo organizzativo di Budapest, sia per le altre 80 Delegazioni nazionali. Tutto questo grazie alla “sensibilità” che ha voluto imprimere il Presidente Schramm e che il neo Presidente, Bernard Lozé, ha voluto confermare nel suo discorso di investitura, rassicurando soci, Capi Delegazioni, istituzioni private e pubbliche, come sempre invitate anche al grande diner di chiusura. In tale occasione faceva bella mostra il magnifico sovrapposto Beretta cal. 12 Perennia, messo all’asta nella tradizionale raccolta di fondi per iniziative ambientali, dalla particolare attenzione da sempre presente da parte della casa bresciana, rappresentata per l’occasione dal dott. Carlo Peroni, vivamente applaudito.
Prima di concludere queste note dobbiamo ricordare la rilevante discussione programmatica, aperta dai dati sull’uso delle munizioni cosiddette tossiche e sulle relative considerazioni svolte dalla équipe scientifica dell’Università di Mosca, che fanno molto riflettere sui futuri tempi di sostituzione, con una ponderata valutazione di “costi e benefici”; i particolari esempi di gestione della Starna e i suoi riflessi sull’ecosistema; la cultura, come esempio della salvaguardia delle nostre tradizioni, dove il progetto italiano, presentato dal socio Michele F. Popper, ha riscosso il più ampio successo con la presentazione del catalogo dei musei venatori e faunistici che si trovano, talvolta dimenticati, lungo la nostra penisola; la necessità di una più puntuale comunicazione, non solo all’esterno del CIC, ma anche all’interno di una organizzazione che sta diventando sempre più grande e complessa nei singoli settori gestiti da uomini che stanno assumendo una posizione “chiave” nella tutela ambientale. La Delegazione italiana era rappresentata dal Capo Delegazione, avv. Giovanni Bana, dal suo Segretario Generale, dr. Massimo Marracci, dal Tesoriere, prof. Carlo Alberto Pejrone, dai Presidenti di FIDC, dr. Gianluca Dall’Olio con Bruno Vigna e Luigi Garsi; di ANUUMigratoristi, dr. Marco Castellani con il prof. Giovanni Persona, nonché dai soci Valentino Sanvito, avv. Michele Federico Popper, dr. Giovanni Pejrone, Giuseppe Cassina, Klaus Stocker, prof. Gianluca Quaglio, dalla d.ssa Anna Maria Bianchi quale membro di Stato nonché dai loro rispettivi accompagnatori. La 58^ Assemblea Generale si terrà a San Pietroburgo dall’11 al 15 maggio 2011. Da oggi alla nuova assise il lavoro che ci attende è immenso, i progetti da sviluppare sono molti, i contatti da implementare sono innumerevoli, il messaggio da trasferire in Italia è cospicuo di idee e di realizzazioni, da attuare secondo diverse linee-guida. Buon lavoro CIC Italia!
Il Capo della Delegazione francese CIC è l’attuale Presidente del prestigioso Saint-Hubert Club della Francia (S.H.C.F.). “La nostra ambizione: reiventare il Saint-Hubert!” questo è l’obiettivo affidato a Victor Scherrer dall’Assemblea Generale del Club che lo ha eletto Presidente. Fondato nel 1902, il Saint-Hubert Club di Francia è la prima associazione cinegetica francese che ha giocato un ruolo importante nello sviluppo della caccia durevole e della conservazione della selvaggina. Il S.H.C.F. è all’origine di numerose innovazioni e creazioni come quelle dei primi guardia caccia (Les Saint-Hubert), delle federazioni dipartimentali dei cacciatori della società dei Parchi nazionali, dell’Ufficio Nazionale della Caccia (divenuto ONCFS) e della Scuola delle Guardie. Il S.H.C.F. ha ugualmente giocato un ruolo nella creazione del CIC, fondato a Parigi nel 1930 con Maxime Ducroq, quale primo Presidente del CIC e Presidente della S.H.C.F. (1930-1949). Il S.H.C.F. è considerato come un laboratorio di idee innovatrici per la conservazione della fauna e della caccia durevole in Francia. Da oltre 110 anni, la rivista “Le Saint-Hubert” mette in evidenza l’importante posizione della caccia. Appassionato per il ruolo della caccia nella società, della sua posizione e delle sue prospettive future, Victor Scherrer ha diretto, in ambito del Consiglio Economico e Sociale, un gruppo di riflessione sulla caccia, ha pubblicato nel 2002 il rapporto “Reiventare la Caccia per il XXI secolo”, e nel 2008 “Caccia e Sviluppo Durevole”. Victor Scherrer è insignito della Legione d’Onore e Presidente di più società agro-alimentari. Preoccupato di una gestione trasparente e collegiale, ha sottolineato che la composizione del Consiglio di Amministrazione del S.H.C.F., ricco di esperti rinominati della caccia, è stato il miglior pegno di riuscita al servizio della caccia francese. Il CIC si congratula con Victor Scherrer per la sua elezione e gli augura pieno successo nelle sue nuove funzioni. E così lo fa anche la Delegazione italiana, avendolo avuto più volte tra noi, quale caro Amico e fedele difensore delle tradizioni venatorie del Bacino del Mediterraneo.
L’incremento numerico e l’espansione di areale degli Ungulati in Italia negli ultimi decenni hanno avuto come conseguenza un sensibile aumento dei prelievi venatori e, con questi, la diffusione della pratica del rilevamento biometrico, sia pure con grande disomogeneità di approcci e di tecniche, nonostante gli sforzi di molti addetti ai lavori. L’unico campo in cui esiste una precisa codificazione seguita da tutti è costituito dalle misurazioni dei palchi e delle corna, che seguono le formule predisposte dal Consiglio Internazionale della Caccia (CIC). Si pensi, invece, a come si registra il peso eviscerato: talvolta l’animale viene pesato eliminando solo i visceri addominali, talvolta tagliando prima le zampe; nel caso di maschi di Cervo o Capriolo la pesatura può essere preceduta dal taglio della testa. Si continuano spesso ad adottare procedure diverse anche nel caso delle misure lineari, che pure dovrebbero risentire meno delle rigide tradizioni venatorie locali. C’è ancora chi utilizza il metro rigido, anche se ormai quasi ovunque si preferisce seguire i contorni del corpo dell’animale con il metro flessibile. La lunghezza testa-tronco viene misurata partendo dal labbro superiore o dal “rinario”. La cosiddetta altezza al garrese viene misurata talvolta a partire dalla spina dorsale, talvolta dalla scapola. La lunghezza del garretto viene registrata fino all’attaccatura dello zoccolo, oppure fino al bordo inferiore della muraglia dello zoccolo o, ancora, fino alla punta dello zoccolo. Persino la lunghezza della mandibola viene ancor oggi rilevata in tre, quattro modalità diverse. In questa vera e propria Babele di procedure differenti, da più parti si è ravvisata già da tempo la necessità di arrivare ad una codificazione delle metodologie di rilevamento. I biologi della selvaggina scandinavi nel 1973 delegarono un gruppo di lavoro perché esaminasse criticamente le diverse metodologie, in modo da standardizzare le procedure di rilevamento. Così nel 1977 uscì a Stoccolma, a cura di Rolf Langvatn, un librettino verde in lingua inglese di appena 27 pagine intitolato “Criteria of physical condition, growth and development in Cervidae suitable for routine studies” (Metodi per descrivere e valutare le condizioni fisiche, la crescita e lo sviluppo nei Cervidi, utilizzabili negli studi di routine). Oggi questo breve testo è uno dei punti di riferimento essenziali per qualsiasi indagine di biometria applicata ai Cervidi. In conclusione, gli Ungulati abbattuti in prelievo venatorio, così come quelli catturati vivi o rinvenuti morti, andrebbero sempre sottoposti a rilevamenti biometrici. E’ ormai indispensabile incorporare la biometria nelle attività ordinarie i gestione faunistica, creando centri di controllo e monitoraggio dei capi abbattuti, ricorrendo a tecnici qualificati e ad operatori appositamente formati, creando banche dati, analizzando e facendo conoscere le informazioni sistematicamente raccolte.
Questa guida si propone, pertanto, di fornire una chiara codificazione delle procedure di raccolta dei dati biometrici per gli Ungulati italiani allo scopo di standardizzare il rilevamento biometrico. Presente inoltre una sintesi delle varie applicazioni della biometria nella gestione faunistica ordinaria e nella ricerca scientifica, per farne conoscere le potenzialità quale strumento di indagine. Questa guida si rivolge a biologi della fauna selvatica, tecnici faunistici, cacciatori esperti e a tutte quelle figure a vario titolo impegnate nella gestione della fauna nel territorio cacciabile e nelle aree protette.
(ISPRA, Guida al rilevamento biometrico degli Ungulati, Stefano Mattioli e Anna De Marinis, 2009, Documenti tecnici, 28.1-216)
Il Corso informativo sulla Direttiva UE “Carne di selvaggina”, tenutosi il 26 febbraio a Milano, presso la Regione Lombardia, e organizzato in collaborazione tra CIC Italia e Ce.R.M.A.S. (Centro di Referenza Nazionale per le Malattie degli Animali Selvatici), coordinato dal Capo Delegazione del CIC Italia, Avv. Giovanni Bana, e dal Segretario generale, Dott. Massimo Marracci, ha lanciato un messaggio forte e
chiaro: la caccia può e deve avere un ruolo primario nel monitoraggio e nella sorveglianza delle patologie della fauna selvatica. E questo non dovrebbe valere unicamente per la selezione agli ungulati, forma di prelievo che prevede, comunque, già oggi, benché con modalità spesso differenti tra Regioni o addirittura tra Province della stessa regione, il monitoraggio dei capi abbattuti da parte delle autorità sanitarie preposte, bensì anche per tutte le altre specie cacciabili, naturalmente in proporzione agli scopi che ci si prefigge. Un’attività che richiede di potersi avvalere di cacciatori formati e informati che garantiscano affidabilità e, soprattutto, capacità di riconoscere situazioni di allarme, pur senza essere medici veterinari e senza doverlo diventare. Dei cacciatori formati che potrebbero in ogni caso contribuire alle indagini in panorami di assoluta normalità, cioè in assenza di patologie conclamate, semplicemente nell’ottica di una buona gestione faunistica rapportata alla tutela della sanità pubblica: senza tralasciare la crescente importanza del consumo di carni di selvaggina ad esempio presso ristoranti e trattorie, ove la tutela della salute dei consumatori è un imperativo assoluto. Questi obiettivi potranno essere conseguiti con un più ampio e preciso coordinamento fra tutte le autorità in gioco, come il Ministero della Salute, le Regioni, le Province e – in veste di rappresentanti scientifici – le Università e gli Istituti Zooprofilattici, i quali, per ammissione degli stessi oratori presenti al seminario, dovrebbero puntare ad una maggiore circolazione e divulgazione dei molti dati già disponibili ma, sovente, reciprocamente poco conosciuti anche tra gli stessi addetti ai lavori. La folta platea presente – tra cui tecnici e funzionari di Province e Regioni, medici veterinari delle ASL, dirigenti di ATC e CA – ha così apprezzato le valutazioni e gli indirizzi espressi dagli autorevoli relatori: il Dott. Silvio Borrello e il Dott. Luigi Ruocco entrambi del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, Direzione Generale della Sicurezza degli Alimenti e della Nutrizione e Direzione Generale della Sanità animale e del Farmaco veterinario; il Dott. Riccardo Orusa, Direttore del Ce.R.M.A.S.; la Dott.ssa Alessandra Gaffuri, Dirigente veterinario dell’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, sezione di Bergamo; il Dott. Marco Farioli, dell’Assessorato alla Sanità della Regione Lombardia; la Prof.ssa Adriana Ianieri, membro della Commissione nazionale sulla sicurezza alimentare e Ordinario presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Parma; la Dott.ssa Serena Robetto, veterinaria del Ce.R.M.A.S.; il Dott. Luca Sala, Dirigente veterinario dell’ASL 12 di Biella; il Dott. Marco Giacometti, veterinario e rappresentante dei Cacciatori Svizzeri; il Prof. Daniele Gallazzi, del Dipartimento di Patologia Animale, Igiene e Sanità pubblica veterinaria dell’Università degli Studi di Milano; il Dott. G. Mazzamurro, in rappresentanza della Provincia di Bologna. Nel corso dei loro interventi, diversi relatori, oltre a formulare le considerazioni di carattere generale già ricordate, hanno illustrato anche le ricerche e sperimentazioni
attuate sino ad oggi, come quelle concernenti il virus dell’influenza aviaria H5N1, la trichinellosi, la West Nile disease, la rabbia e altre ancora. Ugualmente rilevanti, i risultati delle indagini effettuate sulle spoglie di soggetti di mammalofauna e avifauna sia cacciabile che protetta – dagli Anatidi ai Corvidi, dagli ungulati alle volpi, dai cormorani ai rapaci diurni e notturni – rinvenuti morti, regolarmente abbattuti, o risultanti da piani di controllo attuati dalle Province, che è stato possibile analizzare grazie al concorso di queste ultime o dei cacciatori stessi. In conclusione, è possibile affermare come una scienza strettamente ancorata alle realtà territoriali, come la medicina veterinaria, anche in chiave di garanzia della salute pubblica, dovrà avvalersi sempre più della collaborazione di un mondo venatorio formato e informato, che potrà esso stesso beneficiare di questa ulteriore “legittimazione” per un compito cui nessun’altra categoria di cittadini può oggi assolvere con benché minime speranze di successo.
Ampio successo, come sempre, ha avuto l’annuale Assemblea CIC Italia, introdotta dal Capo Delegazione, avv. Giovanni Bana, e dal Segretario generale, dott. Massimo Marracci, con la partecipazione, tra gli altri, del neo componente, avv. Michele F. Popper, che ha presentato la particolare cura con cui viene sviluppata l’idea del nuovo volumetto sui Musei italiani. Nel contempo si è pure parlato della regolare misurazione dei trofei, della validità della nuova importante Commissione Grand Gibier/Esposizioni e Trofei, che deve privilegiare la buona gestione del territorio, dell’informazione continua e del ruolo che il CIC si sta dando a livello internazionale. Si è pure parlato dell’opportunità di essere presenti in occasione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, delegando i membri piemontesi perché attivino tutti i canali più opportuni per partecipare.
La fauna e la caccia sostenibile sono state riconosciute dai Delegati alla 17^ Sessione della Commissione FAO per la Foresta e la Fauna africane. Durante il suo discorso, davanti alle Guardie forestali e ai Servizi alla fauna selvatica dei Paesi africani, Kai Wollscheid ha invitato i delegati a «creare delle alleanze tra uomini e fauna selvatica, piuttosto che dover gestire i loro conflitti». Durante una manifestazione parallela tra FAO e CIC, lo stesso Kai Wollscheid ha presentato i «Principi per lo sviluppo di leggi sostenibili per la gestione della fauna selvatica» e il dr. René Czudek, Ufficiale forestale per l’Africa del Sud della FAO, ha presentato un eccellente set di attrezzi per il lavoro comunitario, per affrontare il crescente numero dei conflitti tra uomo e fauna selvatica e per fornire dei metodi di prevenzione.
I Presidenti delle Associazioni venatorie dei 27 Stati membri hanno presentato ai propri europarlamentari una collezione delle fotografie più mozzafiato contenute nello splendido libro del fotografo lussemburghese, Eugéne Reiter.
Il libro, “Passione per la caccia e la natura in Europa”, è stato presentato nella serata del 13 gennaio scorso, durante un ricevimento organizzato dalla FACE (Federazione delle Associazioni per la Caccia e la Conservazione in Europa), presso il Parlamento europeo, con la collaborazione di Vèronique Mathieu, Presidente dell’Intergruppo “Caccia sostenibile, Biodiversità, Attività Rurali, Agricoltura e Foreste” al P.E., sotto il patronato di Joseph Daul, Presidente del Gruppo dei Parlamentari europei, e con la presenza, ovviamente, dell’autore Eugéne Reiter. Il Presidente di FACE, Gilbert de Turckheim, ha sottolineato il “ruolo cruciale dei cacciatori nella salvaguardia della biodiversità” e ha parlato degli aspetti sociali della caccia, grazie alla quale crescono l’apprezzamento della natura e del paesaggio e il legame tra la popolazione urbana e quella rurale. La fotografia della natura rappresenta un modo meraviglioso di presentare la caccia anche ad un pubblico scettico e la diversità delle specie, così ben illustrata nel libro, è sostenibile grazie all’intervento umano e ad una razionale regolamentazione e conservazione degli habitats da parte dei cacciatori. Questo concetto viene meglio esposto nel libro, nei vari testi in Inglese, Francese e Tedesco. Ci auguriamo, anzi siamo certi, che i 736 membri del Parlamento europeo verranno “toccati” da Passion.
Il Capo Delegazione del CIC Francia apre gli incontri annuali della nostra organizzazione per una colazione di lavoro, presenti il Vice-Presidente, prof. Carlo Alberto Pejrone, il Presidente di Federcaccia, dott. Gianluca dall’Olio, il Presidente del Comitato Esecutivo ANUUMigratoristi, dott. Massimo Marracci (erano invitati anche gli altri Presidenti delle Associazioni venatorie componenti il CIC Italia, ma una non lieve nevicata ha reso impossibile il loro accesso a Milano). Accolto dal Capo Delegazione del CIC Italia, avv. Giovanni Bana, nel prestigioso Circolo “Il Giardino” (sede abituale di Caccia in Cucina), l’incontro ha toccato vari punti, focalizzandosi, soprattutto, sulle problematiche del Mediterraneo, con riferimento all’U.p.M. (Union pour la Méditerranée), voluta fortemente dal Presidente Sarkozy.
Nel pomeriggio il Capo Delegazione francese ha voluto visitare, anche con un tempo non favorevole, l’Osservatorio Ornitologico di Arosio della FEIN, intrattenendosi con gli operatori e complimentandosi per l’elevato standard di attività svolta. Una visita alla biblioteca e al Museo della raccolta ornitologica hanno chiuso la prima giornata della visita milanese di Victor Scherrer. La visita guidata ad un posto di caccia, la cui gestione è un elemento caratterizzante della zona, a pochi chilometri da Milano, e la successiva visita alla magnifica tenuta della agricoltura di “quarta generazione”, anch’essa alle porte di Milano, hanno fatto comprendere al Capo Delegazione francese l’importanza che i cacciatori italiani annettono alla gestione del territorio, con proficui esempi positivi. Di questo è stato dato atto ampiamente nei successivi incontri, che si sono sviluppati prima dell’Assemblea generale di Dubrovnik, poiché la CACCIA in Italia deve avere un ruolo che giustamente le compete in Europa.
ANNO 2009
Eugène Reiter, appassionato e dotato fotografo, per anni ha viaggiato con la sua macchina fotografica attraverso le terre selvagge, dall’Oceano Atlantico agli Urali e dalla Lapponia al Mediterraneo e, in collaborazione con le più inportanti organizzazioni internazionali per la conservazione della fauna attraverso la caccia sostenibile, ora presenta il risultato di questi viaggi fotografici, un prezioso libro di classe con magnifiche fotografie dell’affascinante fauna europea, dal titolo “Passion”. I testi sono di Yves Lecocq, Segretario Generale di FACE, e di Kai-Uwe Wollscheid, Direttore Generale del CIC, mentre le prefazioni sono del Presidente del CIC, Dieter Schramm, e del Presidente di FACE, Gilbert de Turckheim. Eugène Reiter, membro di lunga data del CIC, è stato cacciatore per molti anni e rappresenta ancora oggi il CIC nel Lussemburgo. Il suo meraviglioso libro viene offerto ad un prezzo eccezionale, senza spese di spedizione, nel caso di acquisto diretto tramite il CIC. Per informazioni sugli ordini: www.cic-wildlife.org/index.php?id=8
Per qualsiasi altra informazione: CIC (Consiglio Internazionale della Caccia e della Conservazione della Fauna) Ufficio Amministrazione – P.O. BOX 82, 2092 Budakeszi – HUNGARY – tel. 0036/23453830 – fax 0036/23453832 – web: www.cic-wildlife.org.
Reggia di Venaria Reale, 8 Novembre 2009
L’Associazione “Percorsi”, costituita a Torino da personalità lungimiranti del mondo culturale e imprenditoriale, compreso quello venatorio, è riuscita a salvare dal degrado totale e dall’oblio la Reggia di Venaria Reale ottenendo che Stato, Regione, Enti pubblici locali e privati siano intervenuti per restaurare un patrimonio inestimabile. I risultati eclatanti sono sotto gli occhi di tutti. Il progetto “Le Reggie Sabaude”, ha mosso centinaia di migliaia di visitatori provenienti dall’Italia e dall’Europa ed ha fatto inserire l’insieme delle Reggie e dei Castelli nel Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. In quest’ottica si inserisce la celebrazione della Ricorrenza di S. Uberto nella splendida Real Chiesa della Reggia.
Deus ex machina, l’Ing. Giorgio Marinello che è riuscito a costituire l’Equipaggio di Trompes de Chasse, la petite Venerie, con due tenute con i colori blu Savoia e la falconeria in tenuta verde. La Società Mitteleuropea di caccia a cavallo nelle sgargianti divise ha fatto da corona, unitamente agli equipaggi sopra nominati, all’altare per la celebrazione della Messa resa solenne dalle note dell’equipaggio di Trompes de Chasse. Presenti i rappresentanti ufficiali della Regione Piemonte della Provincia di Torino e il Sindaco di Venaria, con le rispettive fasce tricolore, e il Presidente della Federcaccia Nazionale, Gian Luca Dall’Olio, e regionale, Bruno Morena. Il CIC era rappresentato dal Dott. Stefano Rivoira e dal Dr. Bruno Vigna, che in conclusione della Messa ha recitato la “Preghiera del Cacciatore delle Alpi”, composta nel 1982 dallo storico Dott. Ennio Fabrello, Presidente UNCZA.
Novembre 2009 CIC Italia Stampa
Il 12 ottobre a Casteggio (Pv), il presidente della Commissione Grand Gibier / Esposizioni e Trofei del CIC, Dr. Bruno Vigna, ha presenziato alla cerimonia di consegna degli attestati di abilitazione a: cacciatori esperti con metodi selettivi, biometristi, cacciatori di cinghiali in forma selettiva, abilitazione cani da traccia, conduttori cani da traccia e capisquadra caccia al cinghiale, organizzati dalla Provincia di Pavia e gestiti in modo encomiabile dall’Accademia di St. Hubertus (presidente Avv. Fausto Bongiorni, direttore Giorgio Beolchini, direttore didattico Ivan Torchio). Hanno partecipato ai corsi e, quindi, hanno ritirato il diploma, oltre 140 cacciatori, dimostrazione inequivocabile che le linee maestre di corretta gestione, da sempre patrimonio del CIC, sono recepite e messe in atto congiuntamente da amministratori lungimiranti: il presidente della Provincia, Vittorio Poma, e l’assessore all’Agricoltura e Caccia, Mario Anselmi, e da operatori attenti, ottenendo positivi risultati a favore dell’Ambiente, della Fauna e della Caccia. Sono stati anche presentati gli atti del Convegno “Fauna selvatica e sicurezza stradale: un dovere etico e normativo del 7 giugno 2008”, organizzato dalla Provincia di Pavia, dall’URCA Lombardia e dall’Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Biologia animale, con il patrocinio dell’INFS, del CIC, dell’UNCZA e dell’ATC Oltrepò Pavese. Il Segretario della Commissione Grand Gibier / Esp. e Trofei, Alessandro Mazzocchi, ha presentato una innovativa e precisa relazione su: Infortunistica Stradale: l’intervento e la gestione della fauna coinvolta”.
E’ possibile richiedere copia degli atti a:
URCA: c/o GIORGIO BEOLCHINI – Corso Garibaldi, 6/E – 27100 PAVIA – Tel. 0382/309567 – e-mail: gbeol@tin.it.
In Trentino, a Lavarone e Luserna, il 22-25 ottobre si è celebrata la 57^ Assemblea organizzata, con la consueta precisione e signorilità, dal Presidente dell’Associazione Cacciatori Trentini e membro della Commissione Grand Gibier / E.T. del CIC, architetto Sandro FLAIM . Il tema: Conflitti e Consensi verso il mondo della caccia: il ruolo della comunicazione.
Relatori: FRANCO PERCO – Pres. Onor. A.F. Gestione Faunistica – Comunicare in modo efficace: conoscere e conoscersi; ETTORE ZANON – Giornalista ed esperto in comunicazioni – A caccia di consenso: i cacciatori e la comunicazione; ALEXANDER SCHWAH, dalla Svizzera – Giornalista e pubblicista: Conflitti e consensi verso il mondo della caccia: il ruolo della comunicazione.
Le relazioni hanno evidenziato le manchevolezze e i ritardi del mondo venatorio nella comunicazione, sia nel loro interno (Perco-Zanon), sia in quello esterno – mass media – (Schwah). E’ stato presentato il libro di Franco Perco “Andare in natura”. L’autore, con la solita scanzonata verve, fotografa i comportamenti buoni e cattivi di molteplici fruitori della natura, cacciatori compresi. I partecipanti sono stati condotti a visitare e gustare l’interessantissima mostra su “Il cacciatore delle Alpi da predatore a gestore” nel Centro Documentazioni di Lucerna, in terra Cimbra.
Il CIC Italia era rappresentato dal Presidente della Commissione Grand Gibier / Esp. e Trofei, Dott. Bruno Vigna, che è intervenuto nella discussione presentando ai dirigenti sloveni e austriaci l’iniziativa FAUNALP (Federazione Associazioni utilizzatori natura alpina) affinché le associazioni venatorie siano inserite nel gruppo di organizzazioni di consultazione per il progetto 2010 della Convenzione delle Alpi “Piattaforma grandi carnivori”. L’Assemblea del 2010 si svolgerà a Trieste – città storica della Mitteleuropa.
Copia delle relazioni può essere richiesta a: Associazione Cacciatori Trentini – Via Guardini, 41 – 38121 Trento
Cresce l’importanza del ruolo del CIC nella società civile e nelle istituzioni, a vari livelli.
L’UpM (Union pour la Méditerranée) fu creata nel luglio 2008 con ambiziosi obiettivi nel campo dell’ambiente e dell’energia.
Per la sua implementazione, da parte francese, il Presidente Sarkozy ha stabilito a Parigi una task-force permanente, di base all’Eliseo, cui fa capo il suo consigliere M. Henri Guaino (Missione UpM).
In questa task-force, i consiglieri in carica per lo “sviluppo sostenibile” hanno reso noto a tutte le nostre Delegazioni del CIC il loro interesse per il nostro “Coordinamento per il Mediterraneo”, di cui si è brevemente parlato a maggio a Parigi con il Presidente Schramm (n.d.r. FACE MED affianca l’iniziativa con i rappresentanti della FACE in Bruxelles).
Alla richiesta della Missione UpM e dopo un proficuo incontro con il Capo della Delegazione italiana del CIC, avv. Giovanni Bana, il Capo della Delegazione francese Victor Scherrer ha preparato un documento preliminare, come prima bozza di una serie di possibili progetti che andranno rivisti dai leader politici durante la prossima Assemblea dell’UpM a Parigi e che potrebbero, di conseguenza, far considerare il Coordinamento per il Mediterraneo del CIC come un “serbatoio di idee” innovativo e orientato all’azione.
Lo stesso Victor Scherrer ha proposto di discutere questo argomento durante il prossimo incontro a Bruxelles.
Un’ulteriore occasione, questa, per fare SISTEMA con gli altri Paesi del Bacino del Mediterraneo, per vivere nella società civile e per far crescere la Caccia.
Le “ragnaie” possono essere paragonate ai roccoli delle regioni settentrionali.
Infatti, lo scopo del loro impianto è lo stesso: catturare uccelli per fornire di proteine animali una dieta una volta molto povera di questi elementi, soprattutto tra i ceti meno abbienti.
Solo il mezzo è diverso. Mentre nei roccoli si usavano le reti per le catture, nelle ragnaie la disposizione degli alberi (quasi sempre lecci), il modo di potarli e l’apporto di acqua corrente e di colture apposite, tendevano a creare ambienti adatti alla nidificazione dei volatili, in modo da poter intervenire sui nidi.
Oggi sono impressionanti le dimensioni di questi lecci di 300- 400 anni che, grazie alle potature, godono di ottima salute e non sono cresciuti tanto in altezza, ma presentano fusti con circonferenza di oltre 5 metri.
Nei tempi attuali sono oggetto di curiosità e meta di appassionati botanici.
La bella addormentata è il titolo della magnifica opera scritta da Victor Scherrer (Capo della Delegazione francese del CIC) sulla storia dello splendido castello della Perrine de Cry à Avoise, volume raccolto nella collezione “un homme, une maison” ad una cinquantina di chilometri da Angers, a sud, e da Le Mans, a nord.
Dopo dieci anni di restauri è stato d’obbligo per Victor Scherrer presentare anche la sua storia, dal 1300, con la raccolta di tutti i titoli di passaggio di proprietà, le vendite e i diritti acquisiti, indicando in questa magnifica cavalcata nei secoli i fatti, i momenti, gli uomini e le donne, gli abati di una Francia che sa far proprie le memorie della sua terra. Ma, soprattutto, le fa rivivere per la gioia anche degli altri. E’ questo l’affascinante volume per gli uomini che vogliono saperne di più sulla vita del passato per conoscere le proprie radici. Ovviamente la Perrine de Cry apre le sue porte in ogni occasione delle Giornate del Patrimonio storico e culturale francesi.
Ed. du Jubilé, Paris, novembre 2007.
Sono stati pubblicati gli atti della 56^ Assemblea Generale del CIC – Parigi 2009 – dove vengono riportati tutti i documenti ufficiali della importante assise annuale, con le risoluzioni e le annotazioni apportate, che rappresentano le linee guida della vita associativa di questa grande organizzazione internazionale, con 37 Delegazioni nazionali, 20 Delegazioni in via di costituzione e ben 25 Associazioni membre, per un totale di 82 componenti di tutto il complesso operativo del Consiglio Internazionale della Caccia e della Conservazione della Fauna – CIC International.
In questo volume, FLA (Fondazione Lombardia per l’Ambiente) espone i risultati del lavoro che il gruppo di ricerca, coordinato dalla prof.ssa Barbara Pozzo, ha svolto nella materia delle politiche energetiche adottate nel tempo dalle Comunità Europee (CECA, EURATOM e CEE), affinate e perfezionate dall’Unione Europea e trasposte nell’ordinamento giuridico italiano. Dopo aver riepilogato in termini sufficientemente ampi il divenire della legislazione comunitaria, l’opera, come punto centrale, offre un approfondimento in concreto dell’impatto delle cd. “Fonti di Energia Rinnovabile” e delle relative misure di incentivazione nel contesto economico dapprima europeo, poi di singoli Paesi dell’Unione ed infine del nostro Paese.
Il lavoro della Fondazione si apre, così, al fronte dell’energia, in particolare delle energie rinnovabili, e aspira – come scrive nell’introduzione Achille Cutrera – a porsi come fondativo di uno specifico interesse scientifico-giuridico su una materia d’importanza cruciale, soprattutto ora che la crisi del sistema economico globale induce a riflessioni e restrizioni, così che abbia finalmente termine il silenzio, o quanto meno l’indifferenza con cui essa per lungo tempo è stata considerata e che, finora, l’ha relegata in secondo piano nel dibattito giuridico. Per FLA, dunque, offrire un proprio contributo alla conoscenza giuridica della “questione energia”, significa assolvere alla sua stessa ragione d’essere e portare a ulteriore completezza il percorso scientifico giuridico iniziato con i precedenti volumi a partire dal 2004.
“Le politiche energetiche comunitarie” – collana a cura di Barbara Pozzo – Fondazione Lombardia per l’Ambiente – Giuffrè Editore, 2009.
E’ andato in onda venerdì 10 luglio 2009 (con una serie di ripetizioni) il magnifico DVD (26 minuti) approntato da Bruno Modugno/RCS, per conto di CIC Italia, che ha toccato il problema di fondo del dibattito venatorio in Italia sulla base di falsi problemi.
Il DVD nella sua forma ridotta (13 minuti) può essere richiesto a CIC Italia (Via Sebastiano del Piombo, 19 – 20149 Milano) tramite fax (02/48519214) o tramite e-mail (cicitalia@libero.it ).
Cos’è la natura? Quali sono le differenze tra naturale ed artificiale? Come affrontare il nodo del rapporto uomo-ambiente? Tredici scienziati (Claudio Bartocci, Edoardo Boncinelli, Enzo Boschi, Giovanni F. Bignami, Vittorio M. Canuto, Giulio Giorello, Antonio Moroni, Ignazio Musu, Antonio Navarra, Giorgio Parisi, Luciano Pellicani, Tullio Regge e Luigi Rossi) indagano l’idea di natura, con contributi rigorosi e, allo stesso tempo, senza eludere i temi al centro del dibattito pubblico.
Molto significativa è la prefazione di Corrado Chini, Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare, laddove evidenzia che “l’evoluzione della scienza negli ultimi decenni offre molte possibilità per superare l’equivoco tra natura e cultura e favorire la formazione e la diffusione di un’idea di natura capace di orientare un approccio positivo ed equilibrato”.
“Idea di natura. Tredici scienziati a confronto” (a cura di Elio Cadelo) 2008, Marsilio. Pagg. 254 – € 18,00.
Come anche i cacciatori italiani ben sanno, l’Olanda è uno dei paesi europei con la più restrittiva legislazione venatoria in assoluto. La caccia, oggi, vi è consentita su di un numero limitatissimo di specie e per periodi altrettanto limitati. Tuttavia, come è altrettanto risaputo, l’Olanda è un vero paradiso per gli uccelli acquatici, grazie ai mille diversi habitat umidi, sia naturali che artificiali, di cui è ricca, ai quali vanno ad aggiungersi le coste basse e sabbiose o impaludate frequentate da centinaia di migliaia di esemplari appartenenti a parecchie specie di Anseriformi, Caradriformi, ecc. Si sa però anche che, causa i rilevanti danni provocati da determinate specie alle attività agricole, le autorità, oltre a destinare considerevoli indennizzi in denaro alle aziende colpite (16 milioni di Euro nel 2008), attuano piani di controllo demografico ad esempio delle oche selvatiche, delle oche lombardelle e dei fischioni (tutte specie non cacciabili). Una recentissima missione parlamentare francese, inviata in Olanda dal Ministro per l’Ecologia e lo Sviluppo Durevole Jean-Louis Borloo, condotta dal deputato Jerôme Bignon e cui hanno preso parte rappresentanti venatori, ambientalisti, ricercatori e giornalisti di France 3 Picardie, ha raccolto notizie in “presa diretta” sulla vera e propria distruzione delle oche realizzata in quel paese. Ed ecco qualche dato istruttivo: nella campagna di controllo autunno-inverno 2007/2008 sono stati abbattuti 109.000 uccelli (dati ufficiali del Ministero dell’Agricoltura olandese), dei quali 43.000 oche selvatiche, 40.000 oche lombardelle e 22.000 fischioni. Fin qui, nulla di particolarmente strano, dato che i piani di controllo di specie dannose si realizzano anche da noi. Ma andando avanti, scopriamo che a questi numeri già ingenti, occorre aggiungere decine di migliaia di soggetti abbattuti dal 1° aprile al 30 settembre, tramite i seguenti metodi: arma da fuoco (a 5 Euro di premio per oca abbattuta); eliminazione/sterilizzazione delle uova (rompendole, scuotendole, ricoprendole con olio di mais); catture di oche in muta, quindi incapaci di volare, poi uccise a bastonate o con gas; reclusione dei giovani inetti al volo in aree non coltivate, che muoiono per fame. Pratiche senza dubbio offensive della sensibilità di chiunque: tranne, a quanto pare, di chi le dispone (e delle associazioni locali di protezione della natura, che nulla obiettano) perseverando in tali scelte piuttosto che consentire un normale controllo aggiuntivo di queste specie attraverso la caccia. I francesi ovviamente sono rimasti esterrefatti, anche in considerazione del fatto che da loro la caccia alle oche chiude al 31 gennaio, mentre in Olanda le distruggono allegramente tutto l’anno: ma ciò che conta è che non le si cacci! Infine, un ultimo dato: nonostante questi massicci programmi di abbattimento con ogni mezzo, le popolazioni di uccelli acquatici in Olanda non calano. Ne fanno fede i numeri, che danno popolazioni di oche selvatiche tra 600.000 e 800.000 soggetti, di oche lombardelle fino a 1.300.000 soggetti e di fischioni fino a 800.000 soggetti. Insomma, tanto sforzo e tanta “disumanità” per ottenere risultati quasi nulli. Non sarebbe più facile e più rispettoso dell’ordine naturale delle cose riaprire la caccia a queste specie? Tanti in Europa sostengono che la società olandese sia all’avanguardia, ma non certamente in questo caso! O, meglio ancora, i calendari venatori attualmente prestabiliti e immutabili, non dovrebbero essere rivisti? O, almeno, ripensati? Diamoci da fare: la Natura va conservata anche con un coordinato, programmato e articolato prelievo, opportunamente pianificato.
Chiunque incontri cuccioli di capriolo accovacciati tranquilli nell’erba non deve toccarli perché altrimenti la madre, sentendo l’odore dell’uomo, li abbandonerà. Fra maggio e la fine di giugno la femmina di capriolo dà alla luce i suoi piccoli. Entro 60 minuti dalla nascita i cuccioli (solitamente due) sono in grado di reggersi sulle zampe, ma non seguono la madre nei suoi spostamenti. Per il primo mese di vita se ne stanno nascosti fra l’erba e i cespugli, immobili, l’uno poco lontano dall’altro, in attesa della madre che, dopo essersi allontanata per cercare cibo, torna ad allattarli. L’immobilismo e la mancanza di odore li difende dai nemici naturali, ma non dall’uomo. Così la concomitanza delle nascite con lo sfalcio dei pascoli diventa di grave pericolo per questi animali che rischiano di essere uccisi o gravemente mutilati dalle lame delle falciatrici. Basta applicare poche regole fondamentali per salvare la vita ai cuccioli di caprioli, come già accade in zone alpine come l’Alto Adige, o in altre parti d’Europa. Il primo consiglio è di agganciare delle piccole catene alle barre delle falciatrici così che, pendendo a pochi centimetri dal terreno, mettano in fuga l’animale prima che le lame lo feriscano. Altra precauzione da adottare è quella di sfalciare il prato iniziando dal centro e procedendo a cerchi o quadri concentrici verso i bordi del prato dove è più facile che si trovino i cuccioli. In questo modo gli animali potranno mettersi in salvo scappando verso il bosco. Altro consiglio utile: il giorno prima di tagliare l’erba posizionare ai lati del terreno strisce colorate che si muovano al vento, o qualche paletto con stracci colorati: le femmine, disturbate dal movimento di stracci o nastri, non sceglieranno quel pascolo per nascondere i propri cuccioli. Se poi il taglio non è strettamente necessario alla produzione del fieno, il consiglio è di posticiparlo dopo il primo luglio, quando il rischio di imbattersi in cuccioli di caprioli sarà pressochè nullo e, in più, i prati in pochi anni, saranno caratterizzati da abbondanti fioriture. Chi dovesse imbattersi in animali selvatici feriti o in dificcoltà è invitato a segnalarli tempestivamente alla Polizia locale o agli enti preposti territorialmente.
NATURA 2000 è l’interessante notiziario della Commissione Europea DG Env. (Ambiente) che viene edito proprio allo scopo di evidenziare temi specifici di interesse sovranazionale in campo della tutela ambientale.
Il numero 25/08 si sofferma sulle specie alloctone invasive e, in primo piano, evidenzia la grave minaccia per l’economia e la biodiversità in Europa.
Per riceverlo è sufficiente registrarsi sul sito:
http://ec.europa.eu/environment/nature/info/pubs/natura2000nl_en.htm .
E’ l’interessante volume di scritti, curato da Victor Scherrer (Capo Delegazione CIC Francia), raccolti durante il dibattito tenutosi a Parigi il 29 maggio 2008, al Consiglio economico e sociale dal Gruppo di riflessione sulla caccia, attore principale per uno sviluppo durevole per la Francia e per l’Europa.
Gli interventi di alto livello, che vengono così raccolti, apportano un contributo a far rimettere il cacciatore nella vita sociale e professionale di ogni giorno per promuovere l’attività venatoria, quale parte integrante della biodiversità.
Nelle pagine di questa rivista, Migrazione & Caccia, l’ANUUMigratoristi ha sempre scelto questa linea di programma perché si comprendano veramente i valori della ruralità. Il libro, edito da Monthel, Paris, 2008, 8 Rue de Courcelles, dà ragione a questi sforzi che rappresentano quello stile di vita a cui noi dell’ANUUMigratoristi ci siamo sempre attenuti perché crediamo nella CACCIA, quale sincero modo di vita tra campagna e città.
L’Atlante degli Uccelli nidificanti e svernanti in provincia di Trento è la prima opera cartografica di sintesi sull’avifauna del Trentino. Le informazioni si riferiscono ad un periodo di tempo compreso fra il 1986 e il 1995 e sono aggiornate al 2003. La griglia di rilevamento utilizzata è rappresentata dalle Tavolette in scala 1:25.000 (10×10 Km), edita dall’Istituto Geografico Militare. Complessivamente nell’area di studio sono state censite presenti 156 specie durante il periodo riproduttivo, 11 delle quali estivanti oppure occasionali, e 143 specie nell’epoca dello svernamento.
L’opera è articolata in tre sezioni. Una parte generale comprendente la descrizione dell’area di studio, i metodi di indagine utilizzati e una sintesi della storia dell’ornitologia trentina. Segue la parte centrale dedicata alla distribuzione degli Uccelli nidificanti e svernanti censiti in Trentino. A ciascuna specie è dedicata una scheda descrittiva contenente informazioni di carattere generale su fenologia e distribuzione a livello sovranazionale, nazionale e locale; per quanto riguarda la provincia di Trento sono dettagliate la distribuzione, le preferenze ambientali, l’entità della popolazione, le notizie storiche e lo stato di conservazione.
Il testo è accompagnato da mappe distributive e, quando il numero dei dati lo consente, da istogrammi altitudinali e ambientali. Alle schede delle singole specie fanno seguito gli elenchi commentati relativi alle entità estinte, a quelle accidentali e a quelle alloctone di recente comparsa in Trentino.
La terza parte dell’opera affronta l’analisi dei fattori che influiscono sulla ricchezza di specie e individua le aree di maggior biodiversità avifaunistica della provincia. La Lista Rossa degli Uccelli della provincia di Trento rappresenta uno strumento di sintesi che evidenzia le entità maggiormente bisognose di tutela. In appendice, infine, è presentata la Check-list aggiornata di tutte le specie di Uccelli sino ad oggi censite in Trentino.
Per quanti volessero saperne di più su questo approfondito studio dedicato a coloro che, con impegno e passione, hanno contribuito alla conoscenza e alla tutela dell’avifauna trentina, il volume, degno di essere raccomandato, è opera di Paolo Pedrini, Michele Caldonazzi e Sandro Zanghellini ed è edito, nel 2005, dal Museo Tridentino di Scienze Naturali – Via Calepina, 14 – C.P. 393 – 38100 Trento – Tel. 0461/270311 – fax 0461/233830.
Una storia ricca ed entusiasmante quella raccontata per le varie collezioni del Museo Civico di Rovereto (Tn) : quella della nascita, dello sviluppo e del presente, è la storia di uomini (quasi sempre persone-uomini, fino a tempi assai recenti), di idee, di collezioni, di ricerche, ma è anche la storia della città di Rovereto, dell’intreccio delle istituzioni culturali e delle attività economiche e sociali che l’hanno animata; è anche uno spaccato significativo della storia dei saperi (in particolare di quelli scientifici, ma non solo) dalla metà dell’Ottocento ad oggi in Europa.
Sfogliandolo, leggendolo possiamo trarne un filo o percorrere l’intera trama di questo tessuto, come le pagine scritte da Christof Gasser (attuale curatore del Museo di Chiusa – Bolzano) per la collezione ornitologica con i suoi ricchi cenni storici e bibliografici, che fanno diventare affascinante questo spaccato del Museo di Rovereto. Attraverso il racconto di questa istituzione vediamo, vediamo davvero (e non solo per la ricchezza delle immagini che accompagnano il testo) il costituirsi del Museo quale esito di un vivo desiderio di conoscenza e di un forte senso civico: questi atteggiamenti hanno segnato quegli anni con una diffusa partecipazione al senso positivo dello sviluppo della scienza e della tecnica, al dovere della responsabilità verso la comunità di un gruppo di persone, parte di una classe dirigente colta e operosa, come spiega con efficacia narrativa nella dotta presentazione, il Presidente del Museo Civico, Sandra Dorigotti (Ed. Osiride – Rovereto 2004 – € 40,00). Per informazioni: www.museocivico.rovereto.tn.it – tel. 0464/439055.
Buono stato di conservazione della beccaccia in tutta Europa e buoni studi in materia, che dimostrano come la scienza paghi sempre con lo studio sistematico. Questa è la sintesi della giornata comasca. Si deve dare atto a Jean-Paul Boidot, Presidente della FANBPO (Federazione Associazioni Nazionali dei Beccacciai del Paleartico Occidentale) che ha trovato la forza, sospinto dalla determinante volontà della Delegazione di CIC Italia, di iniziare da Istanbul nel 2002 una visione unitaria sulla gestione di questa specie a livello europeo. Tutto questo è emerso nel Convegno organizzato presso la Provincia di Como domenica 24/05/09 e la Delegazione Italiana, presente con il suo logo Delegazione, è stata particolarmente lieta di essere – anche solo per una piccola parte – presente, essendo da sempre vicina a questi importanti studi della materia specifica.
I viaggi migratori degli uccelli vengono monitorati ormai da diverso tempo, ma ancora riservano molte sorprese. Un nuovo modo per scoprire qualche segreto ancora non svelato sui movimenti di alcune specie ornitiche è l’utilizzo di un geolocalizzatore dal peso di un grammo e, quindi, sopportato anche dagli uccelli più piccoli, in particolare da quelli canori che corrispondono al 46% delle specie d’avifauna. Fino ad ora i radar e i trasmettitori satellitari hanno consentito di seguire i movimenti specialmente delle specie di maggiori dimensioni ma, ora, il campo della ricerca si è ampliato e, in Canada, sono stati portati aventi studi sulla Rondine purpurea e il Tordo del legno che hanno messo in evidenza come, ad esempio, la prima specie menzionata compia un viaggio di andata (in primavera) molto più veloce del viaggio di ritorno (in autunno). La migrazione prenunziale verso i luoghi in cui nidificare è anche 2-6 volte superiore alla migrazione postnuziale quando, nel tornare verso sud, nei luoghi di svernamento, i volatili compiono diverse soste per riposare e rifocillarsi. Dalla ricerca effettuata dagli scienziati della York University di Toronto è emerso che la Rondine purpurea compie 577 Km di media ogni giorno.
Le rotte di migrazione sono in continua evoluzione perché cambiano nei corsi degli anni le condizioni degli habitat scelti dagli uccelli come luoghi di nidificazione, riproduzione, sosta e svernamento. L’antropizzazione e l’effetto serra sono tra i principali elementi determinanti i cambiamenti degli areali ed è visibilmente correlata, quindi, la presenza dell’uomo nel determinare la sopravvivenza o meno di alcune specie, si pensi alla deforestazione e alla desertificazione. A seconda che i cambiamenti apportati siano a favore o meno alle abitudini alimentari e ai range di sopravvivenza di quel particolare viandante del cielo, ecco quindi che l’uomo si rende artefice del suo destino.
La Provincia di Brescia vanta, a livello nazionale, un indiscusso primato nel settore della produzione armiera che le deriva da un’antica vocazione a utilizzare al meglio, in chiave imprenditoriale, le risorse rese disponibili da un territorio particolarmente ricco di risorse naturali. Le miniere di ferro e i torrenti delle valli bresciane hanno infatti, fin dal Medioevo, fornito gli elementi indispensabili per la produzione delle armi da taglio. E furono ancora le ricche miniere di ferro la causa dello straordinario sviluppo, nel corso del XV secolo, dell’industria delle armi da fuoco nella Valtrompia.
Nel solco di questa antica tradizione, come precisa nella sua puntuale presentazione Francesco Bettoni, Presidente della Camera di Commercio di Brescia, la provincia di Brescia è diventata oggi uno dei più importanti centri di produzione al mondo di armi sportive e da caccia, sia in termini qualitativi che quantitativi, ed era pertanto naturale che, proprio a Brescia, dovesse trovare sede l’EXA, uno dei più rilevanti appuntamenti fieristici del settore a livello internazionale.
In occasione dello svolgimento dell’EXA, la Camera di Commercio di Brescia ha inteso peraltro offrire, ai più qualificati operatori ed esperti del settore, anche l’occasione di approfondire i temi legati alle complesse problematiche giuridiche del settore armiero, organizzando, a partire dal 1984 (con un solo anno di pausa), il “Convegno nazionale di studio sulla disciplina delle armi”.
In occasione del 25° anniversario di questo importante evento che ha registrato gli interventi delle migliori competenze e professionalità in materia normativa sulle armi, la Camera di Commercio di Brescia ha ritenuto doveroso raccogliere, in un’opera mirabilmente curata dai Magistrati Antonio Fojadelli e Stefano Dragone, i contributi forniti dai relatori nel corso di questi anni, così da consegnare, ai numerosi appassionati, un compendio di straordinaria ricchezza e valenza scientifica e culturale.
Gli autori del presente lavoro hanno raccolto con grande piacere la richiesta della Camera di Commercio di Brescia di dare sistemazione, in un Dizionario ragionato, alle relazioni presentate da tecnici e giuristi esperti nella disciplina delle armi e delle materie contigue.
Il risultato della loro fatica ha lo scopo di evitare che vada disperso, per la difficoltà di reperimento e di utilizzazione, il contributo che valenti giuristi hanno dato alla conoscenza di una disciplina per lo più trascurata nella pubblicistica specializzata.
Questo dizionario non esaurisce tutto lo scibile proprio di ogni singola voce: si limita a considerare quanto, con riferimento a ogni argomento, suddiviso analiticamente per voci, è stato riferito dai relatori nei vari anni.
Vi è, infine, da precisare che l’accavallarsi di novelle e revirements ha reso talvolta inutile il riferimento a quelle relazioni svolte più indietro nel tempo.
In ogni caso, chi fosse interessato potrà agevolmente, consultando l’indice analitico delle voci, integrare quanto è stato considerato nel presente Dizionario con le relazioni pubblicate dalla Camera di Commercio negli atti dei Convegni.
Per saperne di più:
ANPAM – Via Dell’Astronomia, 30 – 00144 ROMA
Tel. 06/54210529 – fax 06/54282691.
La 56^ Assemblea del Consiglio Internazionale della Caccia e della Salvaguardia della Fauna si è tenuta nella suggestiva sede di Parigi dal 29 aprile al 2 maggio 2009, con interessanti riunioni collaterali al Senato francese, ricevuti dal suo Presidente Gérard Larcher e, in altra occasione, presso La Maison de la Chasse et de la Nature, ospiti di Christian De Longevialle e di Louis de Rohan Chabot.
La chiusura dei lavori, con la serata conclusiva sulla Senna, ha veramente rappresentato un momento di grande rilevanza per i 328 partecipanti in rappresentanza di 56 Stati membri.
Ma al di là di queste occasioni, il clou della manifestazione internazionale è stato senza dubbio il Symposium aperto su “La Caccia durevole: strategie e strutture per l’avvenire”.
I rappresentanti che si sono succeduti nella presentazione del modello francese e degli altri Stati, perfettamente condotta da Victor Scherrer, Presidente della Delegazione francese, hanno consentito di comprendere come ogni Associazione venatoria sia strutturata con eccellenza organizzativa per rispondere alle grandi sfide strategiche inerenti il “reclutamento” di nuovi cacciatori, l’immagine della caccia verso il pubblico, che deve essere informato su tutti gli aspetti di questo movimento rurale rappresentato in Europa da oltre 7.000.000 di cittadini, la biodiversità, lo sviluppo durevole e anche il “benessere” degli animali.
In questo spirito di “riscoperta” dei modelli venatori dei vari paesi, si è pervenuti a uno scambio proficuo delle esperienze e dell’insegnamento per adottare le strutture più efficienti al fine di “reinventare” – come dicono i francesi – la caccia del XXI secolo.
E’ stata anche l’occasione per permettere ai partecipanti, non componenti del CIC, di conoscerlo meglio e di rafforzare la sua immagine nel mondo.
Le conclusioni del Symposium, tratte dal Presidente della FACE, Gilbert de Turckheim, hanno confermato come il mondo della CACCIA, nel suo insieme, rappresenti un vero momento di vitalità ambientale, privo di false rappresentazioni della realtà che non hanno alcuna rilevanza pratica per la tutela del territorio. L’occasione è stata anche quella di prospettare le più opportune modalità di intervento nei confronti del mondo agricolo per tutelarlo dai gravi danni causati dagli Ungulati, nonché dall’invasione dei cormorani che, con gabbiani e oche, in alcune zone dell’Europa arrecano danni veramente ingenti, per cui è ormai necessario intervenire urgentemente con programmi mirati e programmati nei singoli Stati membri. Si è parlato anche della specie storno che in alcuni Paesi del Bacino del Mediterraneo è inviso al mondo agricolo per le conseguenze nefaste che causa al territorio e alle colture. Pertanto, al di là di dover indennizzare inutilmente enormi danni in questo particolare momento congiunturale, sarebbe più opportuno coordinarne saggiamente il prelievo, senza nulla togliere alla necessaria regolamentazione di tempi e modi di caccia.
Una particolare sessione è stata pure riservata ai principi della misurazione dei trofei, che non devono più essere considerati elementi di mera trofeistica, bensì dimostrare che l’animale abbattuto viveva in un ambiente sano, curato e tutelato da un modello organizzativo in cui la biodiversità rappresenta l’elemento di coordinamento in favore dell’ambiente.
Per l’Italia erano presenti, oltre al Capo Delegazione avv. G. Bana, il dott. B. Vigna, Federcaccia; l’avv. G. Zaganelli, Libera Caccia; il dott. M. Castellani, ANUUMigratoristi; il dott. C. Peroni, ANPAM/CNCN, e i cacciatori V. Sanvito del Club del Beccaccino e l’avv. E. Scoccini, quale autorevole legale di problemi agricoli, nonché altri partecipanti a vario titolo per un totale di trentadue persone componenti la Delegazione italiana. Quale membro di Stato era presente la dott.ssa A.M. Bianchi, MIPAF.
Recentemente e’ stato pubblicato dalla Regione Lombardia, settore Unita’ Pianificazione Faunistica e Venatoria, il nuovo numero di Osservatori Ornitologici, giunto alla sua trentunesima edizione. Questa edizione si presenta al pubblico appassionato completamente rinnovata sia nella componente redazionale che nel suo complesso strutturale. Infatti, dopo trent’anni, l’autore, l’Ing. Pier Angelo Reguzzoni, che ha con altri volonterosi costruito questo interessante mezzo divulgativo, ha lasciato l’incarico di seguire questa pubblicazione a nuovi professionisti del settore ornitologico, coadiuvati dal Dirigente regionale, dott. Vittorio Vigorita, che, in passato, insieme a Reguzzoni, ha curato le prime trenta edizioni. Comunque nonostante le innovazioni lo scopo informativo rimane sempre lo stesso, ma piu’ approfondito per quanto riguarda l’attivita’ d’inanellamento scientifico svolta in piu’ stazioni lombarde che per il 2007 hanno operato nella ricerca sullo studio delle migrazioni in regione Lombardia. Osservatori ornitologici rimane quindi ancora una pubblicazione di valore scientifico dove i dati raccolti ed esposti dai 120 inanellatori autorizzati che operano sul campo, possono essere utilizzati per eventuali studi nel settore naturalistico ed ornitologico. Va sottolineato che l’inanellamento attuato coi metodi indicati dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) permette di conoscere la fenologia della migrazione contribuendo alla conoscenza di informazioni di tipo quantitativo su molte specie di uccelli. La presente pubblicazione, attualmente, non ha eguali nella nostra penisola per quanto riguarda il numero di dati raccolti in una regione attraverso l’attivita’ dell’inanellamento scientifico. Inoltre non va dimenticato che il trentunesimo volume rappresenta una tappa storica nelle pubblicazioni scientifiche ornitologiche assumendo in questo modo un valore formativo e conservazionistico. Interessanti come sempre i dati che si leggono all’interno che riguardano 50045 uccelli inanellati nell’anno 2007, corrispondenti a 135 specie appartenenti a 41 famiglie. Le giornate di studio condotte in totale sono state 1529 in 25 stazioni distribuite in otto provincie. Dal punto di vista geografico la provincia con maggior numero di stazioni attive e’ quella di Bergamo con 6, seguita da Varese e Brescia con 5, Lecco con 3, Milano e Como con 2 ed infine Mantova e Cremona con 1. Il volume viene distribuito dalla Regione Lombardia, settore Unita’ Pianificazione Faunistica e Venatoria.
Osservatori Ornitologici 2007,Vol. XXXI, a cura di Vittorio Vigorita, Laura Cuce’ e Jacopo Tonetti. Pagg.178.
W.S.
La Guida Interpretativa è diventata finalmente una realtà da quando nel marzo 2004 l’UE con il suo dirigente Nicolas Hanley l’aveva presentata in via informale in una particolare sessione del Parlamenteo Europeo a Strasburgo. Ora il Ministro dell’Ecologia, dell’Energia e dello Sviluppo rurale del territorio francese, Jean-Louis Borloo, e il Direttore Generale della Commissione dell’ Ambiente UE, Karl Falkenberg, hanno presentato, in presenza delle associazioni di protezione della natura e dei cacciatori francesi e europei la Guida Interpretativa per una caccia durevole nel quadro della Direttiva Uccelli 79/409 CEE. La firma è avvenuta a Parigi lunedì 16 marzo presso il Ministero dell’ecologia francese. Questa guida, chiarifica una volta per tutte, le modalità di applicazione delle Direttiva Uccelli 79/409 CEE nel settore della caccia. Sotto l’egidia della Commissione europea è stata elaborata con l’attiva partecipazione delle associazioni della protezione della natura, soprattutto di BirdLife (in Italia LIPU), e della FACE (Federazione delle Associazioni venatorie e per la conservazione della fauna selvatica dell’U.E.). Questa Guida rappresenta un elemento essenziale per la conservazione della biodiversità e la pratica di una caccia durevole sul territorio. Diverrà un aiuto prezioso – e consensuale – per tutte e due le parti per la gestione faunistica e venatoria nei Paesi dell’UE. La Guida precisa le modalità di applicazione della Direttiva Uccelli, la più antica delle direttive in materia di protezione della natura. Perviene a risolvere le questioni delle date di caccia, dei danni arrecati all’agricoltura, dei piani di gestione e precisa regole delle deroghe, puntualmente indicate, e afferma il principio delle decisioni su dati scientifici che non devono essere manipolati nè a favore di una parte nè dall’altra. Su questo punto gli amici d’oltralpe, in Francia, hanno costituito un gruppo di esperti sugli uccelli e sulla caccia – GEOC – veramente di rilevanza internazionale. In questa occasione per i cacciatori italiani era presente il Vice Presidente FACE, avv. Giovanni Bana.
Il Ministro dell’Ambitente francese Borloo ha ricordato che “la caccia durevole è al centro della gestione dei territori rurali: è tempo di lasciare da parte i nostri conflitti e i dettagli perché il vero problema è la protezione degli ambienti naturali e delle zone umide e dei territori che possono essere un elemento fondamentale per la protezione della fauna in generale e, soprattutto, del “Petit Gibier”. Il Direttore Generale UE, Karl Falkenberg, ha ricordato, anche in questa occasione, che la Commissione è sempre stata favorevole ad una caccia durevole e alle differenti specie e nei differenti periodi, tale coordinato prelievo può contribuire alla conservazione degli ambienti naturali, sottolineando che la caccia è uno dei modi più corretti di gestione dei Siti di Natura 2000.
Il dato è ufficiale e perviene dal rapporto della Federal Aviation Administration. Negli ultimi decenni, per la precisione dal 1990, il numero di incidenti aerei casati dall’urto di uccelli con i motori, è quadruplicato passando da 1759 a 7666 all’anno.
Per lo più si tratta di oche, gabbiani e colombacci che impediscono anche atterraggi o decolli. La lotta intrapresa consiste nell’utilizzo di mezzi che li allontanino dalle piste, spesso purtroppo costruite in zone umide che erano state considerate di poco interesse per la scarsa edificabilità, ma che sono di cruciale importanza come luoghi di riproduzione e rifugio delle specie aviari e quindi luoghi maggiormente frequentati dai volatili e, per questo, i meno indicati per la costruzione degli aeroporti. I mezzi utilizzati contro gli uccelli vanno dall’uso di suoni assordanti, all’impiego dei falchi, con un costo all’industria aeronautica USA di 620 milioni di dollari, in aumento visto che gli interventi di salvaguardia dell’ambiente hanno fatto registrare negli ultimi anni un incremento delle specie aviari, ad esempio, le oche canadesi contavano nel 1990 un milione di esemplari, mentre ora raggiungono una popolazione di oltre quattro milioni.
Purtroppo non si tratta di causare solo ritardi al piano di volo ma si stima che, dal 1988, 219 persone abbiano perso la vita a seguito di incidenti dovuti allo scontro degli uccelli con i motori: i propulsori dei jet commerciali sono costruiti per supportare l’impatto con un solo uccello di grandi dimensioni sempre sotto i 2chili, ma alcune specie presenti specialmente nell’America del sud, come pellicani e oche, superano questo peso. Ecco quindi l’utilizzo di graminacee non appetibili, spaventapasseri ed anche fuochi pirotecnici per scoraggiare gli amici pennuti a recarsi in volo sugli aeroporti.
Il nuovo socio della Delegazione italiana del CIC, avv. Michele F. Popper, ha proposto l’interessante iniziativa per raccogliere i musei e le raccolte ornitologiche, private e pubbliche, che interessano non solo l’Italia, ma gli altri Paesi membri del Consiglio Internazionale della Caccia e della Salvaguardia della Fauna, sulla base di una precedente opera divulgativa degna della più attenta considerazione.
L’occasione è propizia per segnalare il Museo Regionale della Fauna Alpina di Gressoney – Saint-Jean Loc. Predeloasch (orari di apertura 9,00-12,30 e 15,00-18,30, chiusura il mercoledì nel periodo invernale – tel. 0125/355406).
I testi sono di Silvio Spanò, Antonella Rathschuler e Guido Forin.
L’opera è corredata da interessanti foto ed è una suggestiva presentazione della fauna locale rappresentata nelle varie sale ricche di opere che possono essere altamente apprezzate anche dal visitatore profano.
Un ottima occasione per scoprire uno “spaccato” dove caccia e natura rappresentano, da sempre, un collante di tradizioni e di cultura.
Si tratta del più completo atlante della Biodiversità della fauna selvatica sulle 90 specie cacciabili francesi, suddivise con una ripartizione geografica delle singole specie e la tendenza dell’evoluzione a lungo termine.
Il volume, di 510 pagine, è corredato da magnifiche fotografie di ambienti naturali e della fauna trattata, arricchito da puntuali ed interessanti grafici.
Il volume è scritto a più mani che hanno avuto in Jean Pierre Arnaduc, per la Federazione Nazionale dei Cacciatori (FNC) e in Michel Vallance, per l’Ufficio Nazionale della Caccia e della Fauna Selvatica (ONCFS), due capisaldi che fanno di questa voluminosa e ponderosa opera un essenziale trattato di facile e importante consultazione.
Con ciò si dimostra come cacciatori e ornitologi possano ben lavorare insieme senza perdere ognuno la propria credibilità operativa. Buona lettura.
Si è riunita in Milano la Delegazione italiana CIC Italia per la consueta assemblea annuale. Coordinata dal Capo Delegazione avv. Giovanni Bana, dal Segretario Generale dr. Massimo Marracci e dal Tesoriere nonché Vice Presidente internazionale prof. Carlo Alberto Pejrone, l’assise dei soci ha approvato i bilanci consuntivo 2008 e preventivo 2009, nonché la relazione annuale del Capo Delegazione che ha fatto il punto sulle molteplici attività e iniziative realizzate dal CIC Italia nell’anno passato. Di notevole interesse le relazioni del prof. Silvio Spanò sulla migrazione autunnale e lo svernamento della beccaccia nell’autunno/inverno 2008/2009, arricchita da alcune proposte operative per un più efficace coordinamento delle indagini sulla specie e dei relativi prelievi, nonché quella “a quattro mani” svolta dal prof. Giovanni Persona e da Francesco Saverio Patrizi sulla recentissima pubblicazione della II edizione riveduta e ampliata della nota opera di Veliko Variçak “La valutazione dei trofei di caccia”, che ha visto la luce grazie al partenariato fra Regione del Veneto, Editoriale Olimpia e CIC Italia. Particolare accento è stato messo inoltre sulla necessità di incrementare le iniziative nel settore della comunicazione, visti anche i reiterati attacchi alla caccia riapparsi nelle ultime settimane sui media nazionali, dovuti in larga parte a strumentalizzazioni delle proposte di modifica della legge 157/92. Si è infine deliberato di pubblicare il catalogo dei migliori trofei italiani riferiti agli anni dal 1982 al 2007, avvalendosi degli archivi UNCZA e Umari, come proposto dal Presidente della Commissione Grand Gibier – Esposizioni e Trofei dr. Bruno Vigna, nonché di rieditare in forma aggiornata la parte italiana della guida ai musei e raccolte di caccia in Europa, che era stata pubblicata dal CIC internazionale nel 1983, come proposto dall’avv. Popper, nuovo socio della Delegazione dall’anno in corso. L’incontro è stato come sempre proficuo per un costruttivo dibattito e per riaffermare la centralità del CIC Italia come organismo super partes a tutela e promozione di un’attività venatoria sostenibile e miglioratrice della risorsa naturale rinnovabile costituita dalla fauna selvatica e dai suoi habitat.
E’ disponibile la brochure di FACE Med, il gruppo di lavoro dei Paesi mediterranei in seno alla FACE, nato nel maggio 2008, che raggruppa i rappresentanti di Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Malta e Cipro occupandosi delle principali problematiche venatorie del sud dell’Europa, con particolare riferimento agli uccelli migratori, alla ricerca scientifica, alla comunicazione e alla cultura e tradizioni rurali in generale. Al fine di rendere noto l’impegno di FACE Med in tutti questi settori, è stata perciò ideata un’agile pubblicazione che, in poche pagine e con ricco corredo iconografico, spieghi al pubblico quali siano le caratteristiche della Caccia nel Mediterraneo con tutti i suoi complessi risvolti socio-economici e culturali. La brochure, stampata in italiano, francese, inglese, spagnolo, greco e maltese, è stata inoltre distribuita al Parlamento Europeo in occasione della riunione dell’Intergruppo Biodiversità, Caccia Sostenibile & Attività Rurali, allorché è stato presentato il Manifesto della FACE per le prossime elezioni europee. Chi fosse interessato a riceverla, può rivolgersi alla Segreteria centrale ANUUMigratoristi, Via Baschenis 11/c, 24122 Bergamo.
Il mandato politico europeo è ormai agli sgoccioli. In vista delle prossime elezioni, l’Intergruppo Biodiversità, Caccia Sostenibile & Attività Rurali e la FACE stanno organizzando un ultimo evento, che si terrà nell’ultima decade di aprile al P.E. di Strasburgo. La manifestazione, dal titolo “Cultura e Caccia”, sarà connotata da una serie di percorsi sugli universi sensoriali (visivo, uditivo, del gusto) impliciti nella cultura venatoria. Per questo, sono previsti un’esposizione di quadri e fotografie, un concerto di corni da caccia, una degustazione di carni di selvaggina, una proiezione di documentari, una presentazione di letteratura venatoria. Tutte le delegazioni nazionale della FACE sono chiamate a collaborare all’evento, che sarà l’ultimo dell’attuale legislatura ma anche quello di lancio per la prossima.
Il 18 febbraio scorso, la FACE ha presentato ufficialmente al Parlamento Europeo di Bruxelles il proprio Manifesto per le elezioni europee 2009/2014. La conferenza stampa di presentazione, cui hanno partecipato, oltre al Presidente FACE De Turckheim e al Segretario Generale Lecocq, anche il Presidente dell’Intergruppo Biodiversità, Caccia Sostenibile & Attività Rurali, On. Michl Ebner, ha potuto così offrire ai presenti – giornalisti, delegati della FACE, parlamentari e funzionari – un breve spaccato sui contenuti del Manifesto. Forte è stata però la sottolineatura del ruolo attivo e propositivo che la FACE svolge da oltre trent’anni a livello europeo, anche nel suo ruolo di segretariato dell’Intergruppo. Come l’On. Ebner ha voluto ricordare, il compito più qualificante cui l’Intergruppo ha assolto e dovrà continuare ad assolvere in futuro, è proprio quello di cruciale intermediario fra la società civile e gli Europarlamentari, oltre a essere un elemento importante delle procedure del Parlamento europeo. Il Manifesto, condensato in 16 pagine a colori, dopo aver percorso il lavoro e l’impegno dei cacciatori europei per la biodiversità e per una caccia utile alla ruralità, si conclude con cinque richieste rivolte ai parlamentari: supporto alla caccia e alla conservazione; supporto a una legislazione basata sui dati scientifici e non sull’emotività; legame e consultazioni con i portatori di interessi; attiva partecipazione all’Intergruppo; consapevolezza che le norme comunitarie devono essere adattate alle situazioni regionali e locali. Il Manifesto può essere integralmente scaricato dal sito della FACE all’indirizzo: http://www.face.eu/COM_Manifesto.htm.
È partita alla grande la settimana lombarda della gastronomia venatoria Caccia in Cucina, VII edizione 2009. Più di 250 persone hanno partecipato alla cena inaugurale del 16 febbraio a Milano, presso la prestigiosa Società del Giardino, facendo grande onore al sontuoso menu aperto da paté e salumi di selvaggina con contorno di formaggi tipici, cui hanno fatto seguito cervo, germano reale e fagiano preparati in maniera gustosa e raffinata. Il crescente successo della rassegna è attestato quest’anno sia dal numero dei locali aderenti sul territorio regionale – ben 158 ristoranti, trattorie e agriturismi suddivisi tra le province di Milano, Bergamo, Como, Pavia e Cremona – che dai patrocini offerti dalla Regione Lombardia – Agricoltura e da quasi tutte le Province lombarde. Un consenso che attesta in maniera veramente significativa l’avanzata della riscoperta delle preparazioni culinarie a base di selvaggina presso un pubblico assai più vasto della platea dei cacciatori, i quali non hanno ovviamente mai perso memoria di tutto ciò. E il tutto con un particolare abbinamento a vini di eccellenza (Vermentino delle Cantine Lunae – Bosoni Viticoltori di Ortonovo – La Spezia; Sagrantino di Montefalco – Azienda Agricola Bocale di Valentini – Montefalco – Perugia; Recioto di Soave – Cantina di Monteforte – Monteforte d’Alpone – Verona) accuratamente scelti da La Città del Vino e presentati dal Direttore Paolo Benvenuti.. Così come, con sorpresa generale dei convenuti al Giardino, è stata offerta una dimostrazione di un’arte tradizionale delle nostre campagne che oggi sta rischiando di scomparire per mancanza di praticanti: il chioccolo, ovvero l’imitazione a bocca del canto degli uccelli. Grazie all’indiscussa maestria di Loris dal Maistro, uno dei più forti chioccolatori italiani ed europei, tutti hanno potuto godere delle armonie d’amore del merlo, del tordo bottaccio, dell’usignolo e del sovrapporsi dei versi di richiamo di fischione, codone, germano reale al risveglio del padule mattutino. Note e gorgheggi che si sono diffusi nel Salone d’Oro del Giardino, sbalordendo i molti “profani” presenti che probabilmente nemmeno immaginavano l’esistenza di tali capacità. Così come ammirazione ha suscitato l’esposizione di armi di pregio e abbigliamento outdoor allestita nelle sale del Circolo dalla Beretta Gallery di Milano, arricchita da notevoli trofei di cervo e camoscio messi a disposizione da Martino Bianchi, Antonio Bana e Davide Caprioglio. Tra gli ospiti, molte le personalità e le autorità: il Console belga a Milano François Cornet d’Elzius, il Presidente del Consiglio comunale di Milano Manfredi Palmeri, l’Assessore alla Mobilità e Trasporti del Comune di Milano Edoardo Croci, l’Assessore provinciale all’Agricoltura e Caccia di Pavia Mario Anselmi, il Vice Comandante del Corpo di Polizia provinciale di Milano Bruno Quercioli, il Presidente di ASCOM Cremona Luciano Pugnoli, l’Amministratore delegato di A2A Cesare Spreafico, il Vice Presidente del CIC internazionale Carlo Alberto Pejrone, il Presidente dell’Associazione Città del Vino Paolo Benvenuti, il Direttore del Consorzio Vini di San Colombano Marco Tonni e poi i rappresentanti delle associazioni venatorie provinciali milanesi, della Coldiretti regionale di Milano e Lodi, del Circolo della Caccia di Bergamo, di ASCOM Bergamo nonché numerosi giornalisti di settore e non. Solo impegni istituzionali dell’ultimo istante hanno impedito la presenza dell’Assessore provinciale alla Caccia e Pesca di Milano Alberto Grancini, del Presidente della Provincia di Cremona Giuseppe Torchio e del Presidente della Provincia di Lodi Lino Osvaldo Felissari, che hanno comunque ribadito la loro piena adesione alla manifestazione. Una nota particolare viene segnalata perché nell’invito era indicato il gradimento dell’abito venatorio per cui si è ritornati, per un momento, ad apprezzare un abbigliamento consono ad una serata che si è tuffata in una particolare ruralità. Ricordiamo ancora che la settimana della Caccia in Cucina 2009 si svolge tra lunedì 17 e domenica 22 febbraio, con sette giorni aggiuntivi nelle province di Bergamo e Como.
Un’occasione irripetibile per conoscere la Convenzione Europea del paesaggio durante la VI edizione dell’Universitè d’Etè sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, che si terrà ad Erba (Como) c/o l’Hotel leonardo da Vinci (4*-Via leonardo da Vinci 1 – Tel 031.611556 e Fax 031.611423-www.hotelleonardodavinci.com)
Il costo dell’iscrizione comprensivo di pasti e due pernottamenti è di euro 180.00 mentre per coloro che non pernottano è di 80 euro.
Capire che cosa è la biodiversità, confrontarsi con docenti europei e italiani, essere preparati per diventare dirigenti venatori che sappiano colloquiare con tutta la società civile: ecco la sfida dell’ANUU migratoristi per i suoi dirigenti e per tutti i soci per una nuova cultura ragionata sul paesaggio e sull’ambiente. Nel contempo si entrerà nel merito delle molteplici iniziative che si stanno predisponendo per l’EXPO 2015 dove tutti dovranno essere presenti.
Per chiedere il programma completo contattare l’ANUU Migratoristi (tel 035/243825 – Fax 035/236925- email: anuu@anuu.org) e per ricevere ulteriori informazioni rivolgersi a Dott.ssa Paola Magnani della FEIN – Fondazione Europea IL NIBBIO: tel/Fax 031.762162 email: fein@nibbio.org – web site: www.nibbio.org).